domenica, aprile 25, 2010

 

Ecologia francescana

In una delle ultime “etichette” avevo parlato dell’impegno che la Comunità del Sacro Cuore e la Cantoria di Giubiasco stavano assumendosi per creare una nuova Sacra Rappresentazione su San Francesco d’Assisi. Il lavoro è terminato e detta Sacra Rappresentazione è stata eseguita sabato scorso a Bellinzona nella chiesa del Sacro Cuore e domenica nella chiesa parrocchiale di Giubiasco. Pubblico numerosissimo ed entusiasta che ha compreso il messaggio che si voleva lanciare; un commento al “Cantico delle Creature” per sviluppare il senso ecologico e la volontà di perdono e di pace.
A confronto della prima Sacra Rappresentazione su Francesco eseguita due anni fa, questa è forse meno artistica, ma più liturgica. Il popolo interviene spesso con canti e preghiere. Ogni strofa del cantico è vivacizzata con una o più scene della vita di Francesco. Alcune scene sono particolarmente toccanti e ricordano le pagine più belle dei Fioretti, per esempio: il contadino che riceve l’acqua dalla roccia, il lupo di Gubbio, la visita al Sultano, la morte di Francesco.
Questa Sacra Rappresentazione verrà ripetuta al Collegio Papio di Ascona mercoledì 5 maggio alle ore 20.00 e poi, in autunno, nelle varie chiese dei conventi ticinesi e in quelle parrocchie che la richiederanno. Per gli attori e i cantori, una cinquantina di persone in tutto, di tratta di lanciare un messaggio, di sensibilizzare la popolazione, di far conoscere Francesco d’Assisi un santo attualissimo, amato anche dai non cattolici e dai non credenti proprio per quel suo rispetto verso la natura e per il suo messaggio di pace. È intenzione degli organizzatori di portare anche questa Sacra Rappresentazione in Italia, come è stata portata la prima, a Como, ad Assisi e forse anche a Roma perché per un messaggio del genere non ci sono confini nazionali. Ma il maggior desiderio degli organizzatori è quello di coinvolgere i giovani aiutandoli a comprendere dei messaggi sempre attuali vissuti da illustri personaggi antichi.

Etichette: ,


domenica, aprile 18, 2010

 

Attualità dei Comandamenti

“Non desiderare la donna (o l’uomo) d’altri”, e se sei sposato, trovando una persona sul lavoro che ti piace, non tradire la persona alla quale sei legato.

“Non dire falsa testimonianza”. Non mentire sul tuo stato e non dire che il rapporto è chiuso con tua moglie quando è incinta da pochi mesi, ingannando la persona di cui ti sei innamorato.

“Onora tuo padre e tua madre”, ma anche i genitori onorino se stessi, e se un figlio o una figlia ti porta in casa un uomo (donna) sposato, falli riflettere sulle sue responsabilità e non accettare perché persona carina, buon lavoratore e loro sono “innamoratissimi”.

“Non rubare” ad un altro il proprio marito o la propria moglie. A due figli – uno non ancora nato – non rubare il proprio padre.

“Non commettere adulterio”. Il Comandamento si commenta da sé.

“Non ammazzare”, perché la vita è sacra, più sacra ancora quando si tratta di due vite delle quali una è strettamente dipendente dall’altro.

Se questi ed altri comandamenti fossero stati osservati, per una giovane moglie e madre, Obino non sarebbe diventato un tragico obitorio.

Non giudico. Ho compassione (nel senso etimologico della parola: patisco con tutti gli attori diretti e indiretti di questo dramma), ma vorrei ricordare ciò che scrisse Kieslowski presentando il suo Decalogo: “I Comandamenti, per i credenti ed anche per gli atei, se oggi non vengono osservati, possono portare ai più efferati delitti”.

Etichette: , ,


domenica, aprile 11, 2010

 

Candidati poco candidi

Questa domenica si chiama “In albis” (in bianco), non perché qualcuno è andato “in bianco” (non ha raggiunto lo scopo), ma perché anticamente coloro che venivano battezzati la notte di Pasqua e rivestiti durante quel rito di un abito bianco per significare il candore della loro anima, in questa domenica lo deponevano e si rivestivano gli abiti normali. Per sette giorni erano “candidati” (in veste candida). Oggi la parola “candidato” è legata non alla liturgia, ma alla politica (anzi, alla partitica); tutti sanno che si chiama candidato chi è proposto a determinate cariche politiche, rigidamente suddivise secondo la forza numerica dei partiti. A proposito di partiti, lo spettacolo che stanno dando nel nostro paese non è eccellente. Posso sbagliarmi, ma l’avvicinarsi delle elezioni, quindi della formazione di liste con i nomi dei candidati crea spaccature interne da tempo esistenti, ma ora platealmente manifeste.
Si può applicare almeno ai partiti storici ticinesi (non alla Lega che è monarchia assoluta come il Vaticano) quello che un mio ex allievo di religione, il sindaco di Giubiasco Andrea Bersani scrisse su un quotidiano qualche giorno fa: “La divisione (nel suo partito) è un peccato; peccato davvero. Il dramma, oltretutto è che questa continua recita da scuola dell’infanzia non giova a nessuno...”.
Non giova al paese che si attende dibattiti, fatti, politica e non lacerazioni e beghe partitiche. I partiti che portano avanti le proprie idee nel rispetto e nel confronto di quelle altrui sono la locomotiva del paese, quelli invece che si dividono nel loro interno per occupare coi propri “sederi” tutte le possibili sedie a disposizione sono il freno del paese.
Lo dice uno che ritiene di aver sempre fatto politica, senza essere mai iscritto (come è costume dei frati cappuccini) a nessun partito.

Etichette: , ,


domenica, aprile 04, 2010

 

Pasqua di risurrezione

Potrà sembrare strano, ma nessuno dei quattro evangelisti canonici (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) narrano il momento in cui Gesù è risorto e le modalità di quel fatto che fu il punto centrale della predicazione cristiana. I quattro scrittori usano dei generi letterari diversi: la scoperta di un sepolcro vuoto da parte di alcune donne e poi dei due principali apostoli; le apparizioni a Maria Maddalena, al solo Pietro, ai discepoli di Emmaus, ai Dieci apostoli (Pietro e Giovanni) e poi all’incredulo Tommaso. Sono state diverse le modalità con cui venne annunciata e divulgata la resurrezione di Cristo ai suoi discepoli, ma ciò che è importante non sono le modalità, ma la realtà. Tutti hanno creduto a due verità; la prima, che con la sua morte Gesù di Nazaret è salito al Padre diventando “il Signore”, cioè l’Unigenito Figlio di Dio. La seconda, che Gesù sarà sempre con loro in modi diversi (tramite la sua parola, i segni sacramentali, l’amore che li unisce), e può essere l’assente-presente (presso il Padre e presso i fratelli) perché è un vivente, un risuscitato.

E’ su questa presenza che dobbiamo puntare se vogliamo rafforzare la nostra fede nella risurrezione. Non si tratta di credere nella rivitalizzazione di un cadavere (la pretesa di Tommaso), ma di una presenza vera, attiva e costante di una persona incontrata nella vita e ti lascia un marchio indelebile, ti unisce a tanti fratelli che hanno la stessa fede, che assumono lo stesso programma morale, che credono nella grande distinzione che esiste tra esistenza fisica e vita. L’esistenza fisica di Cristo, come quella di ogni uomo, è terminata con la morte; cioè che continua è la sua vita perché, dice l’evangelista Giovanni: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini e la luce splende nelle tenebre”. Quindi, luce e vita, due doni pasquali che auguro di cuore ai miei lettori.

Etichette:


This page is powered by Blogger. Isn't yours?