domenica, agosto 31, 2008

 

Chiesa nostra

Questa estate ho dovuto passare qualche giorno in una stazione termale, ed avendomi imposto un assoluto riposo, la mattina e la sera guardavo i telegiornali italiani.
Per aiutarmi a ragionare sulle notizie trasmesse, mi sono imposto di dedicare un approfondimento di riflessione su un tema scelto ogni giorno.
Uno dei temi fu quello della Chiesa, evidentemente suggeritomi dalle giornate della gioventù a Sidney.
Ma per lasciarmi condizionare da quell’avvenimento che, oltretutto stava per chiudersi nei giorni seguenti, ho cercato di riflettere come venivano presentate le notizie ecclesiastiche sui vari canali. A parte una Messa domenicale mal presentata, con una predica di un vescovo che parlava in modo incomprensibile, la figura che la televisione italiana offriva della Chiesa era di un ente gerarchizzato al massimo.
In quegli studi la Chiesa quale popolo di Dio non esiste, solo il Papa con dei vescovi che gli fanno da chierichetti, o un Vescovo con dei sacerdoti che gli fanno da ministranti. Mai una partecipazione attiva del laicato, a meno che non si chiami “partecipazione attiva” i battimani ed i gridi di giubilo all’apparire del personaggio clericale di turno.
Sotto quella trasmissione una ecclesiologia vecchia, spossata, che certamente non invita nessun dubbioso ad entrare in quella Comunità che, presentata così, è ben lontana dal progetto di Cristo. Peccato! Ho paura che se si continua a presentare la Chiesa come l’unica monarchia assoluta, un giorno il monarca resterà solo, a meno che un altro Concilio riprenda il discorso del Vaticano II in merito.
Anche in Italia ci sono delle Comunità vive, dove i laici lavorano sodo e non solo applaudono, ma non fanno notizia e qualche volta sono disapprovati perché troppo indipendenti dalla gerarchia.
Il mio sogno è una Chiesa come ce la descrive quel bellissimo libro che si chiama gli “Atti degli Apostoli”, dove i primi cristiani erano un cuore solo ed un’anima sola uniti nel servizio.

Etichette: , , ,


domenica, agosto 24, 2008

 

Presepisti del Ticino

Vi meravigliereste se un marito, appena tornato dalle vacanze estive dicesse alla moglie: “Prenota subito per le vacanze invernali la settimana fra Natale e capodanno”?
E lo sapevate che i panettoni di Natale vengono preparati dalle grandi catene alimentari italiane durante l’estate? Se non vi meravigliate e sapete queste cose, non vi stupirà se questa etichetta parla di presepi, ovvero della preparazione al Natale.
E non ne parla soltanto, ma propone un corso per la preparazione di presepi che si terrà a Spazio Aperto, via Geretta 9a, a Bellinzona e al quale sono invitati tutti gli amanti dei presepi.
Ma perché io sono così entusiasta di questi manufatti da farne allestire nella mia chiesa una trentina e passa? Per tre motivi:
1. Perché credo nell’identità cristiana della nostra terra. Senza dispensare altre religioni, il Cristianesimo é quella che anima da millenni le nostra cultura.
2. Perché credo nella creatività: due parole simili che indicano la volontà di rendere concreta (visibile-toccabile) la propria fede.
3. Perché credo nella comunità. Il lavoro di costruzione di un presepio, specie se fatto in famiglia é altamente comunitario e permette interscambi tra chi vi partecipa e dialogo tra genitori e figli.
Per saperne di più sul corso proposto, vedi il sito www.presepisti.blogspost.com o telefona al n. 091 820 08 80.

Etichette: , , ,


domenica, agosto 17, 2008

 

Sondaggi e statistiche

Leggendo delle statistiche recenti, risulta che in Italia si dichiara cattolica circa l’86% della popolazione, mentre la percentuale dei praticanti - anche lì in forte calo - oscilla attualmente tra il 32% e il 25% della popolazione.
In Ticino le percentuali sono inferiori. Coloro che si dichiarano cattolici sono il 76% e i praticanti non arrivano al 15%, forse vi è una percentuali più alta nei paesi, ma più bassa nelle città.
Perché faccio questi paragoni? Prima di tutto perché potrebbe risultare strano che un confine politico abbassi di dieci punti la media, ma non dimentichiamo che noi abbiamo una tradizione diversa, più secolarizzata, più laica e il Vaticano è più lontano. In secondo luogo perché mi sembra che malgrado queste percentuali non vi sia - né in Italia né da noi - un’azione decisa per rivedere quella che - con un brutto nome - si chiama “pastorazione”. Il tutto è ancora centrato sull’educazione religiosa dei bambini e fanciulli, dentro e fuori scuola, e non s’insiste sufficientemente sulla formazione religiosa degli adulti. Perciò vi sono corsi ed incontri per la preparazione alla Prima Comunione o alla Cresima, ma quasi nessuno sforzo ed organizzazione per far decidere gli adulti (dopo i 18 anni) a scegliere personalmente il cristianesimo come propria religione. Si dà per scontato che se uno è battezzato, sia cristiano convinto per tutta la vita.
A mio modesto avviso bisogna introdurre una specie di catecumenato per la preparazione alla riconferma del battesimo, permettendo all’adulto di rivedere tutto il messaggio cristiano e facendo capire che la nostra religione non è una religione per bambini. Inoltre ritengo indispensabile che ci sia una conferma del proprio battesimo, ma non all’età in cui normalmente si concede il sacramento della confermazione (Cresima), ma più tardi. Forse avremmo ancora meno “confermati”, ma più convinti.

Etichette: , ,


This page is powered by Blogger. Isn't yours?