domenica, settembre 28, 2008

 

Tradizione

Sapete che cosa sono le Sacre Rappresentazioni? Forse no, “Sono roba da Medioevo” dirà qualcuno. Effettivamente sono teatri sacri, o liturgie teatrali fiorite nel Medioevo italiano. Da noi è rimasto un ricordo nelle processioni storiche di Mendrisio, il Giovedì Santo, più teatrale; il Venerdì con processione, mentre nelle Sacre Rappresentazioni i due elementi sono ben calibrati. La mia Comunità parrocchiale (Sacro Cuore di Bellinzona) da anni le ha riproposte. Ne abbiamo fatte due molto impegnative, sulla vita di San Francesco d’Assisi e di San Nicolao della Flüe e una decina sui libri biblici dell’Antico e Nuovo Testamento.
Se ne parlo è perché abbiamo ripreso quella di San Francesco, messa in scena da un pool di tre gruppi: membri della Comunità Sacro Cuore, Cantoria di Giubiasco e alcuni attori del gruppo Oneiros.
La rappresentazione è fatta in chiesa, il pubblico è invitato a pregare e a cantare, gli attori fanno la loro parte dopo aver studiato la vita del Santo.
Quando fu eseguita la prima volta (nel 1989 per i 50 anni della nostra Chiesa) ebbe molto successo, anche se realizzata dai soli membri della Comunità del Sacro Cuore e organizzata in modo troppo legato alle nostre strutture architettoniche, così da non poterla asportare in altre chiese.
Ora il tutto è stato raffinato, meno legato alla nostra chiesa, così che sono già previste delle repliche in diversi luoghi. La prima nella chiesa dei Cappuccini di Faido la sera di venerdì 3 ottobre alle ore 20.30, per sottolineare i 400 anni di fondazione di quel Convento. Il giorno dopo, festa di S. Francesco, al Sacro Cuore di Bellinzona, sempre alle 20.30; domenica 5 ottobre nella parrocchia di Giubiasco alle ore 17.00. Altre rappresentazioni alla Madonna del Sasso (venerdì 17 ottobre alle ore 20.00), a Lugano e a Mendrisio (sabato 18 ottobre alle ore 20.30). In primavera sarà portata a Fiesole, ad Assisi e a Roma. L’abbiamo messa in atto con mesi di prove, per amore di Francesco e per pregare con lui. Siamo convinti che la sua vita è di grande attualità ed una voce narrante vi aiuterà a cogliere dei preziosi insegnamenti. Tutti siete invitati ad essere con noi.

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domenica, settembre 21, 2008

 

Nuove droghe, subdoli pericoli

Ritorna in Italia, l’allarme droga, con nuove sostanze sempre più forti, sempre meno costose. In Italia, nel 2007, oltre 600 morti per droga fra i giovani tra i 14 e i 24 anni.
Come mai? Forse si è abbassata la guardia. Ricordo quando la droga fece la sua apparizione nel nostro paese. L’allora Dipartimento delle Opere Sociali istituì una Commissione nella quale fui chiamato a far parte. Nacquero diverse strutture per i tossicodipendenti, una rete di prevenzione per tutti i giovani; quindi un’azione capillare. Ora sembra che da noi non ci sia un particolare allarme, ma stiamo attenti. Forse non è più così grave la situazione dei tradizionali drogati, ma il pericolo da noi – come in Italia – è dato dalle nuove droghe messe a disposizione dei giovani durante party di diverso tipo. Nessuno s’illuda che i venditori (veri assassini e come tali da giudicare e punire) non si aggirano più all’interno delle sale da ballo, ma aspettano nelle auto posteggiate nei pressi delle stesse e, quando adocchiano potenziali clienti, magari già frastornati dall’alcol, li agganciano e offrono i loro mortiferi prodotti ora a prezzi stracciati. Perciò i controlli non saranno mai troppi e sufficienti. E’ indispensabile insistere sulla prevenzione non solo nelle scuole, dove c’ è il pericolo di caricare tutto e più di tutto, ma nelle famiglie, nelle associazioni specie sportive, dove tutti sanno che il pericolo è forte, negli enti di qualsiasi tipo, anche religiosi. Troppi giovani di qualsiasi tipo, dicono che hanno provato per caso, e di non credere alla gravità dei pericoli, di sopportare, ma soprattutto di non volere essere da meno dei compagni che la provano. E poi… c’è chi non ce la fa e... ci scappa il morto.

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domenica, settembre 14, 2008

 

Preparazione al matrimonio in chiesa

Il fatto (riportato anche dal settimanale il Caffè) del matrimonio negato ad una persona che non avrebbe potuto procreare mi ha intrigato, perché tocca un’attività che mi vede impegnato da 40 anni: la preparazione dei fidanzati al sacramento del matrimonio. La coppia si è rivolta ad un parroco che non li ha trattati come doveva e che non si è consigliato con i suoi superiori, ma ha subito deciso di negare il matrimonio in chiesa. La coppia si è così rivolta alla Curia comunicando il fatto. Il Vescovo era assente, il suo segretario e il Vicario generale dicono loro che non vi è nessuna difficoltà e tantomeno ostacoli. Il Vescovo ha poi scritto alla coppia ribadendo che questo matrimonio avrebbe potuto essere celebrato. Quindi da parte dell’autorità ecclesiastica porte aperte e massima disponibilità.
Perché scrivo questo? Per prendere le difese del Vescovo o della Curia? Anche!
Ma perché anche a me capitano coppie che vengono a chiedere eccezioni per celebrare il sacramento del matrimonio, non seria come questa che eccezione non è, ma con mille pretese, le più strane e strampalate, le più appariscenti. Ne ho sentite alcune veramente “bestiali”, scusate il termine, come quella di far portare gli anelli all’altare dal cane di famiglia.
Ultimamente ho visto una piccola chiesa addobbata per le nozze che assomigliava ad una camera ardente, vi erano tanti fiori (una persona competente mi ha detto che la spesa degli addobbi floreali si aggirava attorno a fr. 5’000.-/7’000.-). Il sacerdote non aveva lo spazio sufficiente per celebrare la S. Messa su quell’altare, ingombrato da fiori. Poi ci sono le coppie che vanno a chiedere il sacramento del matrimonio a sacerdoti che non chiedono una seria preparazione; una o due sere, privatamente, senza confronto con altre coppie. Siamo seri, chi ci crede faccia le cose per bene, si prepari e accetti di essere aiutato per vivere un’esperienza veramente religiosa. Ed i sacerdoti siano accoglienti ma anche esigenti.

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lunedì, settembre 08, 2008

 

Presepisti d'Insubria unitevi a noi!

Sabato scorso, 6 settembre, abbiamo tenuto a Spazio Aperto, il primo incontro per imparare a costruire peresepi ; il corso è stato tenuto da Lucio e Flavio Negri di Balerna e da Antonio Peduzzi di Cantù.
Tredici i partecipanti che hanno seguito questa prima giornata, con notevole attenzione ed interesse.
La mattina, dopo la mia succinta presentazione dei fatti evangelici che hanno dato origine al presepio, si è passati subito alla parte pratica con nozioni di lavorazione e colorazione del carton gesso per costruire casette e manufatti di diverso tipo.
Nel pomeriggio (come previsto) è stata presentata la teoria della prospettiva, applicata alla scenografia del presepio.
Sabato prossimo (13 settembre) con inizio alle ore 9.00 sempre a Spazio Aperto, si continuerà con la parte elettrica, i giochi d’acqua e la costruzione di una capanna.
Nel pomeriggio si daranno nozioni per la vegetazione e l’ambientazione, per terminare con la costruzione della grotta.
Tra i partecipanti è nata l’idea di ritrovarsi successivamente per un atelier pratico e per un’uscita a visitare qualche mostra allestita nell’alta Italia.
Di tutto ciò si discuterà sabato prossimo. Chi volesse aggregarsi ed iscriversi a questa seconda parte, lo può ancora fare (tassa pranzo compreso fr. 50.--) telefonando negli orari d’ufficio al n. (00 41) 091 820 08 80.

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domenica, settembre 07, 2008

 

Violenza e non violenza

Continuando le mie rievocazioni sulle notizie estive date dai telegiornali italiani, arriviamo al 20-21 luglio. Quel giorno (il 20) avevo scelto come tema, su cui personalmente riflettere, uno che non ricordo perché ho dovuto cambiarlo immediatamente in quanto sono state scodellate cinque notizie, quasi fossero di ordinaria amministrazione:
a Roma un papà ha fracassato il cranio della sua bambina sotto l’Altare della Patria; un boss malavitoso è stato ucciso nel pieno centro di una città siciliana; un gruppo di tre giovani uccide il possessore di un’automobile perché costui chiedeva loro di spostarsi per poter partire ma il trio era accomodato sul cofano della vettura di proprietà della sua fidanzata; un fidanzato ha messo in fin di vita la sua ragazza per sospetto infondato di tradimento.
Il tutto nei giorni in cui televisione, radio e giornali di qualsiasi colore parlavano del gesto osceno del ministro Bossi contro l’Inno nazionale; altra forma di violenza!
Dei fatti violenti, di cui sopra, si è detto che il primo era il gesto di un pazzo, del secondo che si trattava di un boss mafioso, del terzo che i tre giovani erano dei balordi e dell’ultimo che il fidanzato uccisore era di nazionalità rumena e… tutto è finito lì.
E del ministro leghista? I giudizi variano secondo le correnti politiche, ma anche in questo caso tutto è finito lì, senza conseguenza per quel gesto insultante di uno dei simboli dell’identità e unità nazionale, platealmente fatto da un membro dell’esecutivo che invoca per se e per i suoi un’identità diversa da quella italiana (quella padana) e di conseguenza predica il federalismo mentre vuole il secessionismo.
Ma è inutile riflettere sui fatti in casa altrui. Negli ultimi anni casi simili sono capitati anche in casa nostra e, facendo le “proporzioni”, non si può definire la Svizzera un paese pacifico. Anche da noi un ministro minava il dialogo politico, per fortuna è stato spedito a minare l’unità del suo partito.
Che cosa possiamo fare di più per prevenire e arginare la violenza? Dobbiamo creare la pace interiore, coltivando pensieri di pace, abolendo propositi di vendetta, scegliendo posizioni pacifiche agli inevitabili contrasti. Politicamente dobbiamo rafforzare le entità proposte alla prevenzione e all’assistenza delle vittime.
Quando, qualche anno fa, avevo minacciato tre giovani di non ammetterli alla Cresima perché sostenevano la pena di morte, non era solo perché quella posizione contraddiceva l’insegnamento di Cristo del quale, con la Cresima diventiamo testimoni, ma anche perché i tre non accettavano un’educazione alla non violenza.

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