domenica, agosto 27, 2006

 

Ricordi d'estate

Etic(hett)a da "il c@ffè", 27 agosto 2006

Siamo alla fine dell’estate e sento con piacere che hanno funzionano bene le colonie integrate per ragazzi handicappati e con ragazzi normo-dotati (normali). Sentendo queste belle notizie mi ricordo quando, nei primi anni settanta con un gruppo di amici della neo-costituita Associazione Comunità Familiare, abbiamo fatto il primo tentativo di colonie integrate. Io in quel periodo insegnavo alla Scuola Magistrale di Locarno e l’idea mi venne perché in quella scuola era stata rifiutata una giovane allieva handicappata, buona e intelligente. Allora si riteneva che un docente doveva essere perfetto anche fisicamente, per non destare un senso di ripugnanza, così si è affermato, nei propri allievi. Inoltre ero catechista presso l’Istituto di Sorengo e lavoravo con quell’anima grande che si chiamava Cora Carloni. Fu lei che, già qualche anno prima, disse che sarebbe stato bello che i suoi ragazzi potessero condividere le vacanze con dei ragazzi normali. Provammo la prima esperienza nei locali del Seminario Serafico di Faido. Fu un’esperienza dura, non tanto per la conduzione della colonia, ma perché trovammo scetticismo da parte dei servizi sociali cantonali d’allora che non ritenevano opportuno questa unione fra handicappati e normo-dotati. Inoltre non era facile trovare delle famiglie che ti dessero i loro figli per tre settimane di colonia con degli handicappati. Però l’esperienza riuscì e, i miei allievi, diventati durante quelle tre settimane degli entusiasti monitori di colonia, decisero l’anno dopo di ripetere l’esperienza. Poi nacque in noi il desiderio di fare almeno un turno di colonia al mare. Ma qui trovammo, la proibizione dei servizi sociali cantonali, perché l’handicap non si esporta. Noi la colonia al mare la facemmo ugualmente e riuscì talmente bene che anche l’opposizione governativa si tramutò in un’approvazione. Poi l’esperienza continuò. Comunità Familiare ogni anno organizza queste colonie. Molti monitori, che oggi sono papà e mamme penso che potrebbero dirmi quella felicissima impressione che mi disse una coppia di fidanzati, che si era conosciuta in colonia e aveva poi continuato il suo cammino d’amore, qualche giorno prima del matrimonio: “Se domani noi avessimo un figlio handicappato, lo sapremo amare ugualmente, perché abbiamo imparato a conoscere questi ragazzi in colonia e a capire la ricchezza del loro spirito”. A tutti i giovani che dedicano il loro tempo durante l’estate in queste colonie, vada la mia ammirazione e la riconoscenza per quello che fanno.

domenica, agosto 20, 2006

 

Senza titoli

Etic(hett)a da "il c@ffè", 20 agosto 2006

Il campionato mondiale è ormai soltanto un ricordo. E per me un brutto ricordo. La scena che è stata più trasmessa è la capocciata di Zhidan contro Materassi. L’abbiamo vista in diretta, e chi guardava nei giorni seguenti la televisione italiana la rivedeva in modo ossessionato. Ripetizioni, fino a dieci capocciate una dopo l’altra, per far passare l’idea che “un agnello innocente è stato trafitto da un toro scatenato”, titolo letto su un giornale della vicina Repubblica. Tutti e due gli artefici di questo gesto antisportivo sono stati penalizzati. Ma, mentre Zhidan sembra aver accettato con tranquillità la pena, dopo aver chiesto scusa alle famiglie e soprattutto ai bambini che hanno visto questo suo gesto alla televisione, per Materassi si è levato un coro di proteste perché ritenuto innocente. Coloro che hanno detto e scritto così, evidentemente non considerano che anche la provocazione è una colpa. Concomitante al campionato del mondo, ecco calciopoli. Un procuratore chiede delle pene molto severe. Un primo giudizio ammorbidisce parecchio questa richiesta. Un secondo giudizio diminuisce ancora la pena in modo sostanziale. Chi ne esce battuta è certamente la giustizia italiana, perché una persona normale si chiede: “Come è possibile che ci siano tre metri di giudizio così diversi?”. Due sono stati i fattori che "hanno giocato", per modificare la sentenza, il campionato vinto, che subito ha fatto chiedere un’amnistia generale, ed i soldi, perché di soldi si tratta, in quanto se tutte le squadre colpevoli fossero retrocesse in serie B, parecchi giocatori sarebbero partiti, gli stadi si sarebbero, se non svuotati, almeno dimezzati e gli incassi, diminuiti. Se di soldi si tratta possiamo dire che non siamo più di fronte allo sport, ma di fronte a un vero casino. Perché con il casino, questo tipo di sport ha in comune i soldi e la mala gestazione. Ma non guardiamo troppo fuori dai nostri confini, perché anche in casa nostra è scoppiato non un nuovo scandalo del calcio, ma lo scandalo dell’Hockey Club Lugano. E certamente nessuno crede che l’unico colpevole sia il presidente. Questi probabilmente si propone come unica vittima per salvare altre persone. E, per terminare, anche un forte sospetto che il vincitore del Tour, oltre che con la bicicletta, sia corso con la droga! C’è solo da sperare che la giustizia faccia il suo corso, e che la lezione serva a tutti i club di calcio e di hockey per riportare nello sport la passione, l’agonismo, l’onestà e non soltanto il vile guadagno.

domenica, agosto 13, 2006

 

Amor di Patria

Etic(hett)a da "il c@ffè", 13 agosto 2006

Primo agosto con arrabbiatura, perciò la Patria non l'ho festeggiata. Mi domando: chi paga il 1’000’000 (milione) causato dalle misure di sicurezza organizzate per salvaguardare le cerimonie al praticello del Grütli?…
I sostenitori dell'ultra destra nazionale?… Il signor Blocher che per l'occasione ha fatto un discorso, nazionalista e anti-europeista e, giustificando indirettamente l'atteggiamento dei 200 scalmanati che a tutti i costi volevano, anche quest'anno, invadere la culla della Patria per disturbare la cerimonia? E perché il Presidente della Confederazione, malgrado le misure di sicurezza (e queste spese) non ha avuto il coraggio di andare al Grütli? Sarà stato sconsigliato?… Ci saranno state ragioni di ordine politico… Ma allora, era meglio non far nulla su quel prato, un giorno, segno d’unione, oggi, segno di discordia?…
Se le autorità avessero sconsigliato di andarvi, se nessuno avesse organizzato qualche cosa, credete voi che i 200 scalmanati sarebbero ugualmente approdati? Io credo di no, perché a costoro la Patria importa proprio nulla. Importa mettersi in vista, far rumore, farsi notare. A questi figli di Gessler, disposti ad uccidere Gualtierino se è di colore o anche solo meticcio, il Primo Agosto rappresenta una ribalta per dire: ci siamo anche noi, ci facciamo sentire, con noi dovete fare i conti.
Speriamo che questi conti il 23-24 settembre siano solennemente bocciati col rifiuto della nuova legge sugli stranieri che questi estremisti hanno voluto e sostengono.
Povero Primo agosto! Mi sembra già più una festa folcloristica che affettiva. Più per sparare petardi inquinando l'atmosfera, e sciorinando vuote parole nei discorsi d'occasione. Ma una Patria, dove lo spirito di fraternità e di collaborazione che è stato alla base della sua nascita non esiste più, forse dovrebbe sospendere la celebrazione del suo natale.

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