domenica, maggio 22, 2011

 

Conoscere Gesù

Uno dei miei chiodi fissi è che il più grande peccato dei cristiani sia l'ignoranza. Ma non l'ignoranza su questa o quella verità di fede, ma proprio sulla vita e persona del fondatore stesso del cristianesimo: Gesù di Nazareth detto il Cristo.
Ne volete una prova?
Sai dirmi tu cosa vuol dire la parola "Cristo", e perché la si applica a Gesù?
Per vincere questa ignoranza ho scritto dei libri; il primo sulla sua vita "per dubbiosi e non credenti" che è stato un vero bestseller, 5000 copie vendute nel solo Ticino. Ora - essendo esaurita l'edizione ticinese - è uscita l'edizione italiana (Ed. Messaggero di Padova) che è molto più bella e che sta andando bene. Dopo il libro sulla sua vita, quello sulle sue parabole e un terzo sui miracoli, nonché uno sugli "Atti degli apostoli"; tutti questi libri si possono comandare direttamente da me o presso le librerie ticinesi.
Sempre per una migliore conoscenza di Gesù, questa sera alle ore 20 presso il centro Spazio Aperto a Bellinzona, inizierà un ciclo di tre serate durante il quale sarà presentata la sua persona attraverso degli schemi ma, soprattutto, attraverso l'ausilio di quel capolavoro cinematografico che è "Il Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini. Questa sera parleremo dell'infanzia di Gesù e confronteremo ciò che scrive l'evangelista Matteo con il racconto - più noto - quello dell'evangelista Luca.
Domenica prossima, 29 maggio, il tema sarà: "Gesù Maestro", la sua vita pubblica la sua predicazione e azione. Domenica 5 giugno si proietterà e spiegherà la sua passione (processo, tradimento), morte e resurrezione. Le serate sono aperte a tutti, un invito particolare ai giovani dubbiosi e non credenti.
Qualcuno potrebbe domandarsi: perché proprio alla vigilia delle vacanze estive quest'iniziativa? Volutamente! Durante le vacanze c'è più tempo di leggere. Chi sa se qualcuno, al mare o in montagna, invece di passare il suo tempo sfogliando riviste che esaltano poco encomiabili gesta amorose di vips, volesse approfondire il messaggio d'amore di Colui che è venuto sulla terra ad insegnare agli uomini che il primo comandamento è:
"Amerai il Signore Dio tuo"
e il secondo:
"Amerai il prossimo tuo come te stesso".

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domenica, maggio 15, 2011

 

Gesù ebreo

La settimana scorsa ho pubblicato, su un quotidiano locale, un articolo sul mio attaccamento al Vecchio Testamento biblico e la mia ammirazione per la fede ebraica. Come spesso capita, i miei scritti suscitano reazioni, questa volta una positiva che - eccezionalmente - voglio usare come etic(hett)a per continuare a ribadire, non solo la fede comune in un unico Dio, ma anche l'interesse per la sua Parola e la missione di pace che ebrei e cristiani devono portare nel mondo. Il signor Elio Bollag, noto rappresentante della Comunità Ebraica Ticinese, mi ha scritto:
"Sono rallegrato, ma non ne sono sorpreso, per aver con molta delicatezza, spezzato una lancia per gli ebrei, come dal suo articolo su "laRegioneTicino" di sabato 7 maggio. Non sorpreso, perché da quando ci conosciamo, ho sempre notato una simpatia per la religione di Gesù e la mia, dovuta sicuramente alla sua profonda conoscenza di biblista. Infatti è solo l'ignoranza e una politica fanatica che provocano l'antisemitismo di cui soffre gran parte del mondo.
Leggendo con attenzione il suo scritto, mi permetto di credere che sia pure il suo ultimo viaggio in Israele che le ha dato il coraggio, devo dire il coraggio, di portare sulla carta pensieri che un membro del clero a volte si trattiene dall'esprimere, tipo "il cristiano ha bisogno dell'ebreo senza che sia vero il contrario".
È da tempo che rifletto che sarebbe utile per un vero dialogo tra le nostre religioni, il portare alla luce dettagli sulla base ebraica del cristianesimo, che Gesù pregava seguendo il precetto dei filatteri, che mangiava solo le vivande e le carni permesse dalla Tora e che osservava il Sabato come ogni ebreo osservante di oggi. La ringrazio di cuore per aver sottoposto le sue parole alla lettura dei suoi fedeli e a chi non sa cosa sia un Gesù ebreo".

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domenica, maggio 08, 2011

 

Sai Baba

Nell'ultimo numero de il Caffè Franco Zambelloni, in questa pagina, parlava del Sai Baba. Io già pensavo di dedicargli una mia Etic(hett)a. Come mai - si chiederà qualcuno - l'hai forse conosciuto personalmente? No, ma ne ho sentito parlare da alcuni suoi estimatori ticinesi e ciò che mi ha sempre fatto specie nei loro discorsi è il fatto che Sai Baba non faceva proselitismo per le sue idee religiose, ma esortava a non staccarsi dalla propria. Uno di questi ammiratori mi disse che gli portò dei miei libri religiosi; il personaggio li prese in mano e poi esortò l'offerente a seguire gli insegnamenti che vi erano scritti. Questo dimostra un'apertura che noi chiameremmo ecumenica, perché solo se le religioni conducono a Dio (in qualsiasi modo sia creduto e chiamato) sono strade di elevazione spirituale.
Oggi assistiamo ad una recrudescenza persecutoria nei riguardi del cristianesimo da parte di gruppi estremisti islamici. La cosa più sbagliata è rispondere odio per odio, e ciò per diversi motivi. Innanzitutto perché Gesù ci ha insegnato di porgere l'altra guancia, esortazione paradossale, che ci insegna di non rispondere violenza con violenza creando un circolo vizioso. Inoltre non dobbiamo dimenticare che anche i cristiani sono stati persecutori di fedeli d'altre religioni. Infine è proprio compito del cristianesimo, che predica la pace e l'amore, dover dare esempio e testimonianza di queste virtù.
Vi è un altro aspetto in Sai Baba che mi ha fatto piacere: il suo amore per San Francesco d'Assisi. Mi fu riferito che fra le diverse opere d'arte conservate nei suoi palazzi, vi sono rappresentazioni di questo santo. La cosa non mi stupisce perché fra alti spiriti l'attrazione spirituale per san Francesco è forte. Sai Baba sarà diventato suo ammiratore perché avrà condiviso il messaggio di "Pace e Bene", forse anche perché si è presentato al Sultano Melek el Kamel senza tentare la sua conversione, ma unicamente chiedendo non belligeranza verso gli invasori crociati. Mi unisco a tutti i seguaci ticinesi di questo Maestro partecipando al loro lutto, esortandoli a non abbandonare il loro cristianesimo, ma ad arricchirlo con i suoi insegnamenti spirituali.

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domenica, maggio 01, 2011

 

Astensionismo coerente

Lo prevedevo; quindici giorni fa parlando delle elezioni, dicevo che un punto su cui riflettere era l'astensionismo; infatti abbiamo un governo votato da poco più della metà dei ticinesi. Qualcuno mi ha detto: "Proprio lei se la prende con chi non va a votare, quando è il primo che non compie questo civico dovere". Il rimprovero è giusto, ma voglio spiegare il perché di questa mia decisione. Fino agli anni '60 del secolo scorso, ai frati cappuccini ticinesi si era imposta la non partecipazione a nessuna votazione, né elettiva, né a iniziative e referendum.
Quando sono stato superiore dei frati cappuccini ticinesi ho ritenuto che questa norma era limitativa della libertà e si era deciso di lasciare la libertà di scegliere se votare o meno a ogni frate. Io sono rimasto con il vecchio sistema, non voto, ma solo per le elezioni mentre voto per iniziative e referendum, per rimanere frate ("fratello") di tutti, non iscritto a nessun partito politico, ma ugualmente attivo in politica. Ritengo che proprio questa non appartenenza mi permetta di avere dei buoni rapporti con tutti, anche con chi, nei vari partiti, copre posti importanti. Nello stesso tempo mi permette di essere libero e critico di fronte a qualsiasi formazione partitica.
E per esercitare questo spirito critico posso dire che qualche giorno dopo le elezioni cantonali mi trovavo in Italia e su una rete locale ho visto Giuliano Bignasca che, con toni minacciosi, parlava di "muri" contro i frontalieri con perfetto tono razzista. Mi sono vergognato di essere ticinese, e la sera stessa degli amici italiani mi hanno detto: "Voi avete ragione di criticare il nostro governo ed il suo premier, ma non avete dei rappresentanti migliori di Bignasca?". Allora perché molti ticinesi hanno votato il suo movimento? Perché Bignasca è la voce del loro inconscio, non hanno il coraggio di dire e fare come lui, ma si sentono rappresentati. Per fortuna i due suoi Consiglieri sono persone responsabili che sanno smarcarsi dai diktat del (democraticamente) presidente a vita.

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