domenica, novembre 26, 2006

 

Tempi moderni...?

Etic(hett)a da "il c@ffè", 26 novembre 2006


Ha suscitato stupore, indignazione, orrore il fatto di Zurigo, quello della ragazzina di 13 anni stuprata da un gruppo di giovani fra i 15 e i 18 anni. Stessi sentimenti per il fatto del Canton Berna, dove otto ragazzi sono in carcere perché sospetti di una serie di atti sessuali su loro coetanei. A Soletta dei fanciulli di 10 anni si video-filmano tra loro, compiendo atti sessuali nei bagni della scuola di Egerkingen nel Canton Soletta.
Queste informazioni le ho tolte da un serio articolo di questo settimanale uscito la settimana scorsa dal titolo “Il sesso delittuoso dei bambini” di Ezio Rocchi Balbi.
Questi tristissimi fatti non capitano solo oltre Gottardo o nella vicina Italia, ma anche fra di noi ci sono fatti non solo incresciosi, ma anche delittuosi, in altre parole non siamo un'isola pura e felice. A Morcote alcuni bambini hanno condiviso ad una festicciola le immagini pornografiche sul telefonino. E posso assicurarvi che anche ultimamente ho ricevuto le confidenze di adolescenti che sono stati vittime, se non di violenze sessuali fisiche, di violenze psicologiche del tipo: “Se non lo fai ti lascio”.
Perché questa recrudescenza di delitti in una età tanto fragile e in una sfera tanto delicata, con il pericolo di traumi psicologici che possono rovinare una intera vita affettiva e sessuale?
Molti possono essere i fattori. Certamente i mezzi di comunicazione (filmati, illustrazioni, telefonini ecc.), invece di aiutare a purificare l'atmosfera etica alle volte aiutino a inquinarla. Anche certi giornali, con reclame e inserzioni pubblicitarie, che propongono “Contatti” con accompagnatrici e consolatrici, di cui anche i giovanissimi possono approfittare, hanno delle responsabilità, perché visti e letti anche da giovanissimi. Lo stesso nostro settimanale nell’ultimo numero, a pagina 35, presenta una ragazza (cantante, quindi modello per gli adolescenti) che mostra il suo fondo schiena tatuato. Di lei si scrive: “Michelle Heaton si è dimostrata una vera scoperta musicale. Il nude look totale è impreziosito (!) dal perizoma tatuato, una novità nella moda intima”.

domenica, novembre 19, 2006

 

Etic(hett)a politica

da "il c@ffè", 19 novembre 2006

Credo che l’Etichettaro possa veramente spronare tutto il Ticino a gridare un solenne e prolungato “Evviva”! Sapete perché?… Perché i partiti politici ci sono ancora! Quelle formazioni storiche che hanno fatto la vita del nostro paese, ed anche qualche formazione più recente che ha legato e slegato altri, che democraticamente ha unito al centro altri ancora, esistono e, al leggere i giornali, sono vive e vegete, attive e proponenti.
Tutti in febbrile agitazione, non solo i partiti più antichi, ma anche i recenti come i Verdi che hanno acquistato un lontano parente di una dinastia monarchica, ed un nuovo partito che si ispira alla legge di Cristo proposta alla lettera e forse anche alla legge di Mosè. Quindi tutti in pista per il gran ballo del 1° aprile.
I liberali stanno compattandosi coi radicali e, perché questa unione sia salda, stanno pensandoci le donne tingendo di rosa (non di rosso) le liste. I pipidini ripescano i monelli, a costo di liti in famiglia, pur di avere due posti in esecutivo. I socialisti stanno aprendosi a tutti coloro che, anche non schedati e catalogati, basta che insegnino bene l’italiano. Ed anche loro sarebbero felicissimi di portare in governo due donne come sperano di farcela i liberali, creando così un Consiglio di Stato a maggioranza femminile. Ve lo immaginate un Governo in cui siedono Marina Masoni, Laura Sadis, Patrizia Pesenti, Marina Carobbio e uno dei Pedrazzini? Sarebbe il caso di dire: “Ne vedremo delle belle!”. Quindi solo i pipidini non sembrano puntare sulle donne nell’esecutivo, le metteranno in lista, ma gli ex conservatori sono per la famiglia dove la donna deve rimanere regina.
La Lega punterà sull’attuale suo ministro per non diventare un partito talmente nano da non arrivare al tavolo del Governo. I democentristi dicono di voler mettere in lista un sindaco che mi sembra più a sinistra dei liberali che lo hanno scaricato.
Di fronte a tutto questo agitarsi, proporsi, candidarsi e scatenarsi, al povero Etichettaro che non ha mai votato per nessun partito, ma che ha tanti amici in quasi tutti i partiti, cosa farà?…
Questa volta c’è la scheda non intestata a nessun partito; vale meno, ma dato che tutti i partiti l’hanno voluta, e la raccomandano, e parecchi dei loro membri la useranno chi sa che il nostro non la usi anche lui?

domenica, novembre 12, 2006

 

Dare a Cesare quello che è di Cesare

Etic(hett)a da "il c@ffè", 12 novembre 2006

Ho spesso modo di parlare con operatori sociali e tutti si lamentano per i tagli che il governo fa nel campo sociale. E’ facile parlare male del governo che, trovandosi in una situazione non dico di povertà ma di ristrettezza, deve risparmiare. E con la politica dei tagli, uguali per tutti i dipartimenti, si restringono anche i servizi a coloro che hanno bisogno. Ho però ricordato, a questi operatori, ciò che ha detto la nostra ministra della sanità Patrizia Pesenti: “Se tutti pagassero le tasse, questi tagli non ci sarebbero”.
Punto dolente quello di pagare le tasse! Tutti ritengono che sia necessario, nessuno lo fa volentieri. Eppure l’evasione fiscale non solo froda lo Stato, ma toglie il necessario soprattutto ai più bisognosi. Per l’etica cristiana il pagare le tasse è un preciso dovere perché, soltanto così, si raggiunge una giustizia distributiva che – oltretutto - aiuta anche coloro che le pagano. Non puoi frodare il fisco e poi lamentarti che certi servizi non ti vengono erogati come tu vorresti. Ma il mancato pagamento delle tasse ricade sui più bisognosi; negli ospedali dove diminuisce il personale; nelle case per anziani dove il lavoro si accumula e le assistenti geriatriche non hanno tempo di intrattenersi in conversazione con i vecchietti che - più di cure - hanno bisogno di attenzione, di affetto, negli asili nido; nelle case per andicappati dove accanto ad ogni ospite grave c’è bisogno, non solo di uno, ma di più assistenti. Sono proprio costoro che sentono il taglio delle tasse come un’ingiustizia sociale perché, essendo meno fortunati nella vita, hanno più bisogno di attenzione da parte di coloro che sono più fortunati di loro. Eppure c’è gente che crede e pratica lo sport di evadere il fisco e si ritengono furbi e non ingiusti se riescono a nascondere quello che dovrebbero dare per il bene di tutti.
E’ un discorso difficile quello di convincere queste persone a pagare le tasse, ma è un discorso che in tempo di ristrettezze come questo, deve essere fatto anche con una certa severità ricordando, a chi froda il fisco, che tutto ciò che si nasconde è rubato. Ecco perché è giusto che gli evasori fiscali vengono perseguiti come ladri e non possono lamentarsi se, su di loro, scattano multe, perché la società ha diritto di ricevere quello che le è necessario per poter aiutare tutte le persone, soprattutto quelle che sono nel bisogno.

domenica, novembre 05, 2006

 

Avviso al lettore


Come già citato in un post precedente - del 22.10 - recentemente ho fatto un viaggio in Turchia (nella regione della Mesopotamia, sulle orme di Abramo) e poi in Cappadocia (sulle orme di San Paolo e dei grandi padri della Chiesa). Lo ricordo qui per informare i miei lettori, che chi volesse saperne di più sulle impressioni raccolte nel corso di questa esperienza di pellegrinaggio, potrà ascoltarmi alla RSI rete 1, la domenica mattina alle 9.30 nel corso della trasmissione Domenica Popolare.
(Ovviamente anche questo blog si presta ad accogliere poi vostri commenti o contributi personali).

Etichette:


 

La virtù

Etic(hett)a da "il c@ffè", 5 novembre 2006

Credo che i miei lettori possano darmi atto che in queste etichette non ho mai cercato di fare discorsi moralistici. Non perché odi la morale, ma perché voglio che l’etic(hett)a sia aperta a tutti, anche a coloro che non seguono i dettami di una morale connotata da principi religiosi. Lo so che molti miei lettori, religiosi non lo sono.
Tralasciando quindi discorsi moralistici (disprezzativo di morale) non voglio tralasciare di parlare della virtù. Che cosa è la virtù? Se lo chiediamo al nome stesso troviamo che la parola virtù è imparentata con la parola latina vir che vuol dire uomo; non perché soltanto gli uomini siano virtuosi, anzi credo che lo siano di più le donne, specialmente nella pazienza, nella capacità di servizio e forse anche nell’amore disinteressato. La parola vir qui ha una connotazione particolare: significa forza, coraggio, e la virtù domanda forza e coraggio per essere esercitata. Infatti questa parola virtù è imparentata, forse cugina, anche dalla parola latina vis che vuol dire appunto forza.
Oggi la parola virtù è una parola dissueta, si ha quasi vergogna di nominarla, invece dovremmo rispolverarla e rimetterla come lampada sul tavolo perché illumini tutta la casa. Infatti, in una famiglia dove non si coltivano le virtù, fatalmente si arriva a coltivare i vizi che sono esattamente il contrario della virtù, o se non proprio i vizi, almeno l’indifferenza e la sciattaggine. Vi voglio riportare una parola di Gerard Kelly, noto educatore americano che ha scritto: “Noi siamo troppo proclivi a pensare alla virtù come a una cosa insignificante o addirittura noiosa e pesante. Mentre attribuiamo al male tutte la attrattive del mondo. In questo modo finiamo nel vedere la pratica delle virtù come una repressione, leviamo la vernice che maschera il male e troveremo miseria e disgusto”.
Sottoscrivo pienamente queste parole. Nella mia pratica come consulente familiare, quante volte ho trovato miserie e disastri là dove non si sono coltivate le virtù. Si è dato libero corso al male rappresentato da una spasmodica ricerca della ricchezza, da una incapacità di educare i figli alla sincerità e alla modestia, e da una allergia totale al perdono. In queste condizioni, soprattutto quando la coppia va in crisi, la mancanza di allenamento a qualsiasi virtù si trasforma in odio e qualche volta in violenza. Scrivo questo perché la diocesi di Lugano sta approfondendo una lettera del vescovo sulla famiglia.

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