domenica, aprile 26, 2009

 

Tensioni e rallentamenti

Nel vangelo di questa domenica leggiamo che Gesù si paragona al Buon Pastore che conduce le sue pecore al pascolo.
La metafora è bella, però vi è un problema. L’interpretazione non mi piace, perché come pastori nella chiesa cattolica vengono designati i membri della gerarchia, il papa e i vescovi, mentre i laici sono le pecorelle che devono seguire ubbidientemente tutte le indicazioni che i capi danno loro.
Preferisco l’altra espressione biblica “Popolo di Dio” perché nel popolo tutti hanno la stessa dignità, gli stessi doveri, e gli stessi diritti. Purtroppo noi assistiamo in questo momento a un aggravarsi della tensione fra gerarchia cattolica e laicato.
La cosa ha quasi dell’assurdo; mentre sta rinascendo un forte interesse per la persona di Gesù Cristo, vedi le molte pubblicazioni che cercano di indagare su di lui come uomo, come maestro, si sta creando un fossato sempre più largo tra colui che si è autodefinito il pastore e coloro che vengono definite le sue pecorelle. Infatti ho trovato molti, specialmente tra i giovani, che dicono: “Cristo sì, Chiesa no”. Ma per gravare questa situazione ultimamente vi sono state delle decisioni del Vaticano, quale l’abolizione della scomunica ai vescovi lefebvriani, i permessi dati per i testi liturgici preconciliari.
Tutto questo sta creando una situazione di disagio nel corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Non ho mai sognato una Chiesa perfetta, anche la Chiesa è un’istituzione e, in quanto tale, subisce le difficoltà del momento. Oggi in cui tutte le istituzioni sono in crisi, pensiamo alla famiglia, ai partiti politici, alla scuola, allo stesso Stato, non si può sognare una Chiesa nella quale non vi siano tensioni, ma l’auspicio è che queste tensioni vengano risolte e non acuite. Un apporto interessante su questo tema è stato dato da Don Sandro Vitalini in una pagina pre-pasquale del Corriere del Ticino dove, senza mezzi termini, il nostro Teologo diceva “che lo slancio del Concilio Vaticano oggi è di molto rallentato” e le grandi intuizioni di Papa Giovanni XXIII si sono chiaramente sbiadite. Non per nulla il cardinale Carlo Maria Martini proponeva un Concilio Vaticano III, che riprendesse i discorsi che il Vaticano II aveva iniziato, ma che devono essere portati avanti con grande coraggio e con totale fiducia, non soltanto nel carisma della gerarchia, ma nell’intelligenza, nella buona volontà, nella fedeltà del laicato cattolico, il quale se vi fosse un nuovo Concilio non potrebbe più essere escluso, ma dovrebbe dare un apporto forte, perché è proprio del laicato la capacità di leggere quei segni dei tempi che papa Giovanni indicava come rivelatori della volontà di Dio.

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domenica, aprile 19, 2009

 

Politici senza veste bianca

Questa domenica si chiama “in Albis”, più precisamente “in obis depositis” cioè per la deposizione delle vesti bianche, perché era il giorno in cui coloro che avevano ricevuto il battesimo la notte del Sabato Santo, e durante quella cerimonia erano stati rivestiti di tuniche bianche (albis), le deponevano per riprendere i loro normali vestiti.
Oggi per il battesimo degli adulti è ancora possibile questa vestizione, ma non si può pretendere che per una settimana portino vestiti bianchi da deporre in questa domenica. Quando si battezzano bambini resta l’imposizione di una vestina bianca al termine della funzione.
Ma il cambio della veste liturgica mi dà l’occasione di ricordare tanti altri cambi di casacche e vestiti di vario tipo. Nel campo politico per esempio. Già nel secolo scorso un intelligente sacerdote ticinese aveva scritto un interessante romanzo dal titolo “Il volta marsina”, per denunciare la corruzione politica che, con bustarelle, faceva cambiare partito nel giorno delle votazioni.
Attualmente questo cambio di partiti avviene molto meno per soldi, ma per motivi personalistici. “Mi piace il sindaco, voto per lui. Non mi piace, non lo voto”. E così si dice per i Consiglieri di Stato, per i deputati, ecc.
Molti non votano più per convinzione, seguendo un’ideologia, fedeli ad uno schieramento, ma per convenienza: se voto quello mi favorirà, questo non lo voto perché mi ha fatto uno sgarbo. La colpa di questo malandazzo politico è anche dei partiti che non sono più (o non promuovono più) scuole di formazione politica, ma sono troppo occupati a risolvere i gravi problemi interni che generano crisi laceranti. I partiti storici nelle loro file, raggruppano persone con ideologie troppo diverse. Una formazione (non storica), lega a sè i sempre malcontenti con un populismo di bassa lega. Un altro partito sarà forse unito, perché più a destra di così non si può. E poi ci si lamenta che i giovani disertano le urne e che crescano le schede senza intestazione!

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domenica, aprile 12, 2009

 

Pellegrinaggio in Terra Santa

Sono tre anni consecutivi che mi preparo spiritualmente alla Pasqua con un pellegrinaggio in Palestina, fatto durante la settimana di carnevale. Forse qualcuno potrà essere interessato a sapere come è andato l'ultimo, dato che molti mi avevano sconsigliato di andare e di portare degli amici. E’ andato benissimo. Per quanto riguarda la sicurezza, non ci siamo nemmeno accorti che in quel paese ci fossero tensioni e guerre. Come da diversi anni, con noi c’era l’ottimo esegeta don Carlo Bazzi, professore di Bibbia all’Università Urbaniana di Roma, che ha messo immediatamente a proprio agio tutti i partecipanti con delle spiegazioni facili, ma profonde. Esorto tutti a compiere un pellegrinaggio nella Terra di Gesù. Qualcuno fra i partecipanti diceva: come gli Ebrei antichi una volta nella vita, dovevano andare a Gerusalemme a glorificare Dio nel Tempio, come i Musulmani vanno una volta nella vita alla Mecca, così i Cristiani dovrebbero farsi un impegno a recarsi in Palestina visitando le varie regioni. Quest’anno abbiamo iniziato nella ridente Galilea, dove Gesù ha esercitato per almeno due anni e mezzo il suo ministero, con le città di Nazaret, di Cafarnao, di Cana di Galilea, il Monte Tabor, il Monte delle Beatitudini, il lago di Tiberiade. Siamo poi passati alla più severa Giudea scendendo per le gole del Giordano per arrivare all’oasi di Gerico, al bellissimo Monastero delle Tentazioni, dove per la prima volta in diversi pellegrinaggi siamo potuti salire. Abbiamo pure visitato gli scavi di Qumran. Qualche partecipante del nostro gruppo ha pure fatto il bagno nel Mar Morto. Siamo poi saliti a Gerusalemme, soffermandoci un momento in meditazione sulla parabola del Buon samaritano che Gesù raccontò proprio mentre frequentava quella via. La Città Santa si presenta nel suo splendore e i luoghi dove Gesù è passato, ha polemizzato, ha sofferto ed è stato crocefisso, sono di una eloquenza spirituale eccezionale, soprattutto Betlemme, il campo dei pastori, la Grotta della Natività. Unico neo che abbiamo riscontrato è l’afflusso dei pellegrini che diventano sempre più turisti e non persone interessate a momenti spirituali. Guidati da tour-operator vocianti entrano nelle Chiese come se fossero soltanto dei musei e questo disturba parecchio. Noi per trovare dei momenti di spiritualità, alle volte, dovevamo cercarli all’aperto, perché alcune chiese che abbiamo visitato assomigliavano più che altro al Tempio di Gerusalemme dove Gesù ha scacciato i mercanti. Diverse persone già si sono annunciate per il prossimo pellegrinaggio in Terra Santa che avrà luogo come sempre, durante la settimana di carnevale.

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domenica, aprile 05, 2009

 

Come pregare

Nell’etic(hett)a della scorsa settimana si è intrufolato un errore di stampa che ha cambiato totalmente il mio pensiero. La frase errata è questa: “mi piacerebbe se i bus venissero tappezzati di preghiere e di giaculatorie” e non di slogan atei. Leggendo il resto si comprende che il mio pensiero è esattamente il contrario e che a quel “piacerebbe” manca una “S” (spiacerebbe), perché non credo che tappezzando i bus di preghiere e giaculatorie si aumenti la fede dei credenti.
Non che io sminuisca il valore della preghiera, ma ogni cosa deve essere proposta nel luogo opportuno. Mi è capitato di essere su un pullman in Oriente e di osservare l’autista che ha frenato il mezzo, è sceso, ha steso il suo tappetino e, rivolto verso la Mecca, si è messo a pregare. Ho rispettato quel suo gesto, ma credo che Allah poteva anche suggerirgli: “Fa' il tuo dovere”, pregherai dopo.
Per noi cristiani ci sono diversi modi di pregare, ne cito tre: l’orazione, la meditazione, la contemplazione.
Di solito i fedeli usano più frequentemente l’orazione (preghiamo con la bocca da os-oris, in latino). Ma in questi giorni ho scoperto che dei bambini sono capaci anche di meditare e di contemplare. Nella nostra chiesa del Sacro Cuore vi è un manufatto che noi chiamiamo “Presepio pasquale”. Si tratta di una costruzione (tipo presepio natalizio) con statuine che rappresentano tutte le scene che vanno dall’Ultima Cena all’Ascensione di Gesù. Oltre che la cena, vi è l’agonia nell’Orto con apostoli dormienti, il bacio di Giuda, il processo di Pilato con Barabba, la flagellazione e consegna della croce, la Via Crucis con la Veronica, la Crocifissione, la deposizione nel sepolcro, la Resurrezione e Ascensione al cielo.
Quando i catechisti o io stesso spieghiamo a bambini e ragazzi queste scene li vediamo attenti (meditazione), meravigliati (contemplazione). Lo trovo un ottimo mezzo didattico per lezioni di catechismo. Venite a vederlo, sono sicuro che vi piacerà.

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