domenica, marzo 25, 2007

 

Passione e passioni

Una volta questa domenica, quindici giorni prima di Pasqua, era chiamata la Domenica di Passione. Non so per quale scrupolo liturgico abbiano tolto questo nome. Poco importa. Forse è più importante capire, per i cristiani a titolo della loro fede, per gli altri come informazione culturale, che cos’è la passione di Cristo. Non sto a ricordare i dolori, i dileggi, la morte, che quest’uomo buono e giusto ha sofferto per opera di altri uomini.
In questo senso la sua passione può essere un insegnamento per tutti, indipendentemente dalla fede.
Ce lo assicura il cardinale Carlo Maria Martini quando scrive:
“Nessuno ha nel mondo una vocazione più alta dell'uomo, eppure alle volte, ci sembra che a nessuno, come tanti nostri simili, vengano negate le cose più essenziali. Il nostro mondo ha imparato a lanciare uomini nello spazio quasi con disinvolta tranquillità, ha saputo fare cose meravigliose per togliere l’uomo dalla sua secolare indigenza e liberarlo dalla lotta contro la scarsità, ma nel contempo ha lascito che sorgessero continuamente nuove forme di sofferenza e di passione, nelle quali possiamo riconoscere quello stesso mistero di male e di peccato operante nella storia, dal quale Cristo è venuto a liberarci”.


La passione di Cristo passa dunque oggi per le case di tanti che soffrono, dei disoccupati, di coloro che pensano all’avvenire con crescente timore, dei sequestrati ancora attesi con ansia e afflizione, di coloro che furono vittime di una violenza assurda e spietata. Ma passa anche per le case degli anziani, spremuti delle loro energie e messi da parte, in solitudine: quanti di essi si lamentano con sofferenza di questa solitudine! Passa per le case di coloro che attendono giustizia senza riuscire a ottenerla, di quanti hanno dovuto, per qualsiasi motivo abbandonare una patria senza riuscire a trovarne una nuova o a sentirsi accolti che, forse, non hanno neppure una casa e stanno magari vicino a noi. Il mistero della croce si rinnova in tutti coloro che si sentono esclusi e che la nostra società fa sentire tali, come gli handicappati o coloro a cui vengono indicate vie d’uscita che sono soluzioni di morte: drogati, disadattati, carcerati.
San Paolo direbbe che tutti costoro completano la passione di Cristo. Questa realtà è un grande monito per chi è in salute. Se sente il grido dei sofferenti non si turi le orecchie.

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domenica, marzo 18, 2007

 

Etic(hett)a politica


Da esterno non estraneo mi fanno una certa impressione le cronache sui congressi o riunioni al vertice dei partiti ticinesi. Mi sembra che l’unica preoccupazione sia quella dei seggi e non quella dei programmi. Ma forse è difficile, se non impossibile, fare dei programmi chiari, determinati, con scelte sociali economiche precise, per partiti (almeno quelli storici) divisi nel loro interno: liberali-radicali, conservatori-ala cristiano sociale, social-democaratici-socialisti puri e duri. E sorvoliamo sulle questioni delle candidature. Tutti e tre questi partiti hanno delle eccellenti grane interne, con candidati l’uno contro l’altro armati.
Chi se ne avvantaggia è il partito della scheda non intestata che, stando ai sondaggi pubblicati da questo settimanale, è quello che - al momento attuale - raccoglie parecchi consensi. Certamente sarà un voto di protesta contro oligarchie partitiche e direzioni non attenti ai sentimenti della propria base.
Ma sarà anche lo sfizio che un votante vuol provare nel tentare (almeno una volta) di farsi il proprio Consiglio di Stato (parlo solo dell’Esecutivo) cercando di favorire, fra i candidati a disposizione, quelli che per mille motivi il singolo elettore preferisce: i più bravi, i più belli (belle), i (le) più eleganti, i più colti, i più parlatori e forse… anche i più preparati.
Chi sa se a qualcuno verrà in mente di fare il “Toto Consiglio di Stato” premiando uno o più schede senza intestazione che hanno indovinato tutti e cinque i futuri ministri?
Scherzi a parte, questa crisi dei partiti si inserisce nella preoccupante crisi che tocca tutte le istituzioni: stato, famiglia, chiesa, scuola ecc.
Occorre un supplemento di socialità, o se più vi piace di spirito comunitario, perché la crisi delle istituzioni ha le sue radici in un individualismo esasperato. A furia di parlare di “diritti della persona” abbiamo dimenticato i “doveri dovuti alla società”, cioè cosa la persona deve dare allo stato, alla chiesa, alla famiglia, alla scuola ecc… perché queste possono essere ciò che devono essere.
Pensieri di un esterno non estraneo alla politica in quanto crede che, malgrado tutto, sia parte dell’etica.

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domenica, marzo 11, 2007

 

Leggere un libro

Sarà perché sono direttamente interessato, sarà perché ultimamente ho avuto da che fare con case editrici italiane e diverse librerie, ma ho la certezza che sono in aumento coloro che per qualsiasi ricorrenza da farsi presente con un dono scelgono dei libri. Dono utile e intelligente. Sono direttamente interessato, perché per Natale è stato messo in vendita anche un mio libro dal doppio titolo: (così ha voluto la casa editrice): in copertina si legge: Gesù, la prima biografia per chi dubita, è in difficoltà e non crede. Sul frontespizio: Ti presento Gesù Cristo, Biografia e pagine evangeliche per chi crede con difficoltà, per chi dubita, ma vuole indagare, per chi non crede, ma vuole conoscere. Da questi titoli si capisce il taglio, una ricerca per meglio conoscere Gesù di Nazaret, per incontrarlo sul cammino della propria vita (come dice la prefazione), per crederlo Figlio di Dio, grande dono del Padre che “tanto ha amato gli uomini da donargli il suo Figlio Unigenito”, o - per i non credenti - come un Grande dell’umanità”.
Il libro è stato acquistato e letto, apprezzato e consigliato e, nel giro di un mese, la prima edizione si è esaurita. Ora esce la seconda che si può richiedere al segretariato della Comunità del Sacro Cuore (tel 091 820 08 80) anche tramite questo settimanale vedi riquadro “Il Caffè propone cultura”. Parecchie sono le testimonianze che mi giungono di approvazione per quanto ho scritto, da persone di religioni diverse o atei ed agnostici. La più bella me l’ha comunicata una mamma che pur essendo agnostica, ha deciso con suo marito (credente) di battezzare i figli impegnandosi di conseguenza ad educarli cristianamente; questa donna mi disse di leggere il libro a suo figlio per fargli meglio conoscere Gesù.
Spero che a parecchie altre persone questo libro faccia bene quale aiuto a vivere come avvenimento personale la Pasqua di risurrezione.

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domenica, marzo 04, 2007

 

Giobbe

Oggi, domenica del malato, vorrei dedicare questa Etic(hett)a a tutti coloro che soffrono; parlando di un grande sofferente e paziente biblico, Giobbe, del quale circa 30 anni fa feci un radiodramma per l’allora Radio Monte Ceneri. In quel periodo settimanalmente vi era una trasmissione chiamata “Ora serena” dedicata agli ammalati. La conduceva quella persona eccezionale che tutti i ticinesi adulti ricordano, che rispondeva al nome di Cora Carloni, fondatrice e direttrice dell’Ospizio bambini gracili di Sorengo. In quegli anni ero cappellano e catechista all’ospizio e Cora mi chiese di collaborare alla sua trasmissione. Accettai e tenni mensilmente una rubrica intitolata “La posta di frate Sole”. Gli ammalati scrivevano, io rispondevo direttamente creando dei colloqui apprezzati. Il regista della trasmissione, Aurelio Longoni, mi propose per le feste pasquali e natalizie di occupare tutta l’ora; accettai con qualche titubanza, ma produssi vari radiodrammi che furono messi in onda da quei professionisti che formavano la Compagnia di prosa della Radio Svizzera Italiana. Chiamato ad altri impegni lasciai quella collaborazione, poi con la morte di Cora Carloni, cessò “Ora serena”.
Vari anni dopo, mi ricordai di quei radiodrammi, che furono ritrovati negli archivi della Rsi. Alcuni - con i debiti permessi - vennero pubblicati dall’editrice italiana Ldc in audio-cassetta. Quello su Giobbe no, fu difficile ritrovarlo, ma alla fine fu recuperato. Ora questo radiodramma viene proposto modificato con un’altra colonna sonora, recitato da attori professionisti e dilettanti vicino alla “Cantoria di Giubiasco” che, col suo Maestro Michele Tamagni, cura la parte musicale.
Si tratta di un lavoro sul noto personaggio biblico definito “Un uomo che non voleva soffrire senza sapere il perché”. È il dramma della sofferenza umana carico di mistero anche, se si crede che le sorti degli uomini sono guidate da una Provvidenza Divina che è paterna e misericordiosa. Giobbe è il sofferente di tutti i tempi che per accettare il dolore vuole conoscerne la causa. Ma spesso, le cause non si scoprono perché, in fondo, c’è un’ unica causa che sta nel Dna della persona umana e si chiama limitatezza. Sempre per chi crede interviene la bontà divina a sostegno di questa limitatezza e per chi non crede la propria forza d’animo.

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