domenica, dicembre 19, 2010

 

Natale, miracolo di speranza

Per le feste natalizie assistiamo all'uscita e presentazione di parecchi libri nella speranza, da parte degli autori ed editori, che vengono venduti come doni istruttivi ed intelligenti.
Anch'io da qualche anno seguo questa tradizione. Dopo aver appena presentato alla stampa un grosso lavoro scientifico, la Bibliografia ticinese dell'Ottocento - Fogli, che verrà presentato al pubblico il prossimo 26 gennaio alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano (ore 20.30), presenterò martedì prossimo, 21 dicembre alle ore 10.30 presso il convento del Sacro Cuore di Bellinzona, il mio ultimo libro: Gesù - Parte terza - I suoi miracoli per chi ancora non li conosce, per chi dubita è in difficoltà e non crede.
Esce per Natale, non solo per venderlo meglio, ma perché il più grande miracolo dovrebbe avvenire sempre per Natale con la rinascita di Gesù in noi.
Questo è il "segno" (l'evangelista Giovanni chiama appunto il miracolo - segno) che il cristianesimo è ancora vivo, che Gesù è ancora operante nei cristiani, che il suo Regno d'amore e di pace esiste ancora malgrado gli sforzi di altri regni che lo vorrebbero distruggere.
Questo è il senso vero del miracolo, come dice la canzone: "Dio s'è fatto come noi, per farci come lui"; tutti gli altri gesti devono riportare a questo avvenimento. Gesù guarisce gli ammalati per dimostrare che Dio è medico dei corpi e delle anime.
Gesù moltiplica il pane, per preparare la moltiplicazione del pane eucaristico. Gesù calma la tempesta perché è la fonte della pace nei cuori. I miracoli di Gesù sono i segni più intriganti e difficili da interpretare e verso i quali gli uomini si dividono nettamente in negatori e esaltatori. Il libro vuol essere per gente critica, leggetelo e troverete il significato profondo dei miracoli.
In occasione della conferenza stampa presenterò ai giornalisti anche il cantiere presepi in atto presso la Chiesa del Sacro Cuore. Il percorso presepi sarà ultimato ed aperto al pubblico in occasione della S. Messa di mezzanotte e si potrà visitare fino al prossimo 30 gennaio.

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domenica, dicembre 12, 2010

 

Doni preziosi

Vorrei iniziare questa Etic(hett)a con una domanda ai miei affezionati lettori: credete voi che questo Natale, che festeggeremo ancora in un clima di crisi economica, farà diminuire gli acquisti ed i doni?
I negozianti evidentemente non si augurano questa diminuzione. Gli acquirenti, forse, saranno più attenti nello spendere. Personalmente, non interessandomi molto di acquisti, vorrei che non diminuissero i doni.
Si tratta però di dare a questa parola il significato più ampio possibile. Non è soltanto dono la somma che l'adolescente aspetta dai nonni per aumentare la sua paghetta di dicembre. Non è soltanto dono il presente affettuoso che le fidanzate e le mogli ricevono dai propri uomini (e viceversa).
Ci sono molti altri tipi di doni, perciò ne indico alcuni: secondo me il dono principale è il "per-dono".
Per Natale – festa della pace per gli uomini di buona volontà – qualora ci fossero nel quadrante parentale, o addirittura familiare, delle ruggini, quale dono più bello e più prezioso – ma anche più difficile – se non quello di un approccio personale per intavolare trattative di pace concretizzate con la volontà di un perdono vicendevole?
Altri doni preziosi: il riallacciare rapporti con amici da tempo trascurati, il visitare persone sole e abbandonate promettendo (e mantenendo) che quella visita sarà ripetuta qualche volta durante l'anno e non solo attuata per le feste.
Infine ci sono i doni che qualsiasi persona può (e deve) offrire a se stessa.
A chi vive nella frenesia lavorativa il concedersi una giornata di silenzio e solitudine, non potrebbe essere un dono?
A chi nuota nel materialismo non potrebbe essere un bel dono quello di un momento di spiritualità?
Tutto questo è possibile per chi crede che la tradizione dei doni natalizi nasce dal fatto fondante il Natale stesso: Dio ha fatto al mondo il dono del suo unico Figlio nella persona di Gesù di Nazaret.
Ma, anche per chi non crede, la nascita di Gesù non è forse un grande dono, essendo Lui un "Grande dell'umanità"?

Bambino

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domenica, dicembre 05, 2010

 

San Nicolao versus Babbo Natale

Nella mia chiesa, questa mattina dopo la Messa delle ore 10.45, arriva San Nicolao. Qualcuno mi ha detto che, così facendo, confondevo il sacro con il profano; ho replicato che era lui, con quell'osservazione, che probabilmente confondeva San Nicolao con Babbo Natale, perché questo vecchio intruso-commerciale, oltre a tentare di soppiantare Gesù Bambino, tende a scalzare anche San Nicolao.
Di San Nicolao da Bari si racconta che conosceva un padre talmente povero da non poter avere la dote per sposare le sue tre figliole; esortò quindi la sua comunità ad offrire i soldi necessari e, di notte, gettò nella camera delle ragazze tre sacchetti con la somma necessaria per maritarle. Ecco perché San Nicolao porta i doni, per ricordare questo atto di generosità e di bontà e spingerci ad imitarlo.
Nella mia chiesa l'arrivo di San Nicolao è organizzato dal Circolo Ippico degli Ufficiali; arriva a cavallo, lui ed i suoi aiutanti, accolto da oltre un centinaio di bambini. Viene introdotto nel tempio, salutato e acclamato ed i ragazzi delle scuole medie - quest'anno - gli presenteranno una breve sacra rappresentazione ispirata alla parabola evangelica dei talenti. Poi, Nicolao, che si presenta vestito da monaco e non bardato da Babbo Natale, parla a tutti i presenti e distribuisce un sacchetto di dolciumi ai bambini.
È veramente un bel momento di aggregazione, di formazione e di generosità; si può approfittare per far passare il messaggio che l'apostolo Paolo dice, ricordando le parole di Gesù: "Si è più beati nel dare che nel ricevere". Ma nello stesso tempo si cerca di far ritornare alle origini cristiane alcune tradizioni che una certa commercializzazione tenta di rubare. C'è solo da augurarsi che, come la lotta contro i presepi ha aumentato l'interesse per gli stessi, cosi l'invadenza di Babbo Natale, che cerca di soppiantare Gesù Bambino e San Nicolao, ottenga l'effetto contrario e mortifichi il vecchio commerciante per far riemergere l'importanza del Bambino di Betlemme e del Santo monaco e vescovo Nicolao.

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