domenica, gennaio 27, 2008

 

Etic(hett)a (27.1.)2008

Da più parti è stata chiesta la mia opinione in merito al comportamento di uno sparuto gruppo di studenti e qualche docente, che hanno praticamente impedito al papa di parlare all’università “La Sapienza” di Roma. Normalmente non cedo a queste sollecitazioni per non diventare una specie di “grillo parlante” su comanda. Se scrivo è per allargare il discorso su altri fatti che mi hanno lasciato perplesso.
Quel manipolo di contrari all’intervento papale, se volevano far tacere il pontefice entro le mura del loro ateneo, ha dilatato fuori l’eco della sua voce. Ma più che il Vaticano, hanno messo in difficoltà il rettorato dell’università che, d’ora in avanti, dovrà difendersi dalle contestazioni studentesche che potranno nascere tutte le volte che prenderà della decisioni non condivise da tutti i docenti e studenti.
Nello stesso tempo non mi è piaciuto il fatto di organizzare una folla oceanica in Piazza S. Pietro che ha ricordato assembramenti del ventennio nero. Sviluppare la contrapposizione con la scusa della riparazione non mi sembra né evangelico, né intelligente.
La persona del papa non ha bisogno di simili manifestazioni, oltre tutto con la presenza massiccia di uomini politici di contrapposti partiti, incapaci di unirsi per il bene della nazione, capacissimi di strumentalizzare un atto di riparazione non richiesto. Personalmente sono sempre stato per il dialogo non per le contrapposizioni. In questo momento nel quale si discute molto sulle radici cristiane d’Europa, è im­portante un dialogo fra credenti e non, per salvaguardare almeno le ricchezze culturali e sociali che da noi, innegabilmente, hanno radici anche cristiane. E questo dialogo non può certo avvenire su piazze diverse dove, da una parte si radunano i non credenti, dall’altra si assembrano i credenti o presunti tali.
Infine, non mi è piaciuta la divulgazione attraverso televisione e foto della Messa papale con battesimi, celebrata nella Cappella Sistina una delle scorse domeniche. Il Battesimo è anche l’accoglienza nella Chiesa di un nuovo cristiano. Nessuno accoglie voltando le spalle, per buona parte della funzione, a chi chiede di essere accolto.

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domenica, gennaio 20, 2008

 

Storie di casa nostra

Fra i desideri coltivati per il 2008 spero di realizzare quello che porto avanti da anni, terminare la raccolta dei “fogli” dell’800 in vista di una pubblicazione.
Di che cosa si tratta.
Dopo aver pubblicato, anni fa, la Bibliografia dei libri stampati nel nostro cantone nell’Ottocento, con i miei collaboratori ci siamo dati la pena di raccogliere quei “fogli uni ci” che uscivano dalle nostre tipogra fie in quel secolo. Si tratta di autenti ci fogli, piuttosto grandi, dove veni vano stampate leggi, avvisi, comuni cazioni di vario tipo, ma anche poe sie per feste paesane, matrimoni, elezioni. Vi sono fogli politici fatti uscire dai vari partiti per votazioni, referendum. Vi sono fogli che parla no di aste, per esempio di oggetti e mobili appartenenti ai conventi sop pressi. Altri parlano di strade, di espropriazioni, di vendite di case e terreni. Non mancano fogli scherzosi usciti a carnevale, fogli luttuosi per disgrazie, fogli sanitari per suggerire precauzioni e medicinali per debellare il colera. Tutte le tipografie li stampavano, in modo particolare la Veladini di Lugano che lavorò per tutto il secolo; l’Elvetica di Capolago nota per la sua produzione risorgi­mentale, ma anche piccoli stabilimenti, come la Patria di Bellinzona, la Minerva di Mendrisio, ecc.
Ne abbiamo raccolti, fotocopiati, schedati oltre 7’000 e posso assicura re che risultano una fonte importante di storia locale. I fondi più ricchi che abbiamo consultato sono l’Archivio di Stato, la Biblioteca Salita dei Frati a Lugano, gli archivi delle tre città, di Stabio, Mendrisio e di altri borghi e paesi. Siamo sicuri che ne esistono parecchi in archivi parrocchiali, in case private. Chi li conoscesse li segnali per posta o via e-mail (bellinzona@cappuccini.ch).
Indispensabile che siano stampati tra il 1800 e il 1899 da una tipografia ticinese o, se stampati in Italia, che parlino di fatti o persone del nostro paese.

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domenica, gennaio 13, 2008

 

Presepe, seme di bene e collaborazione

Nel fare un bilancio delle feste natalizie e delle manifestazioni che le circondano, vorrei ancora soffermarmi sui presepi, per dire che i cinquanta ospitati nella nostra chiesa del Sacro Cuore a Bellinzona sono stati visitatissimi. Rimarranno esposti fino a domenica 20 gennaio compresa.
Ma la cosa più bella è stata l'iniziativa di invitare gli amanti del presepio ad un incontro, tenutosi venerdì 4 gennaio a Spazio Aperto. Vi era gente proveniente da tutte le parti del Ticino. Si è discusso, scambiato esperienze, promesso prestiti, progettato nuove collaborazioni e deciso di organizzare un corso per chi vuole imparare la tecnica presepiale.
Chi vuol saperne di più presto avrà a disposizione anche un sito internet.
Si è deciso di organizzare un gruppo di presepisti ticinesi al quale ci si può iscrivere mediante e-mail (bellinzona@cappuccini.ch).
Questa collaborazione è molto utile: perchè un bel presepio, un anno esposto nel Mendrisiotto, non può essere ammirato l'anno dopo nel Locarnese?
Il presepio riflette un fatto religioso, storico, profondamente culturale.
Sempre a Bellinzona si è vista una casa super-illuminata da centinaia e centinaia di lampadine con animali, babbi natale che scalano le finestre, alberi: segno del kitsch, dello spreco, della banalità consumistica.

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