domenica, giugno 24, 2007

 

Gli esami non finiscono mai

Oggetto di questa Etic(hett)a sono due temi apparsi sui giornali nelle scorse settimane. Il primo è l’intervento del Dipartimento dell’Istruzione, Educazione e Sport che, dopo aver ammesso l’esistenza di scolari ingestibili, annuncia misure d’intervento dal prossimo anno scolastico. Il fenomeno è noto e preoccupante: violenze fisiche su compagni, minacce ai docenti, telefonini trasformati in macchine da presa per film pornografici auto-prodotti. Allievi che minacciano fisicamente i propri docenti. Ma quello che è peggio, genitori che sostengono i propri figli-bulli e si precipitano in direzione se questa osa punirli.
Il secondo tema mi è offerto dalle associazioni svizzere per la bigenitorialità. Nulla in contrario - ci mancherebbe - che ambedue i genitori separati o divorziati abbiano gli stessi diritti e doveri verso i figli. Ma vorrei ricordare agli stessi il senso di responsabilità che non dovrebbe mai permettere di coinvolgere i figli nelle loro beghe familiari, strumentalizzarli, perché tengano la parte ad uno contro l’altro. Conosco casi orrendi in merito e convengo con chi ha scritto, su un nostro quotidiano, che l’essenza di solide figure genitoriali (specialmente del padre) contribuisce nel far emergere diversi mali nella società, come la mancanza di valori, l’incapacità di perseguire obbiettivi o la carente progettualità.
Tutti aspetti che possono portare a disturbi di comportamento come violenza, depressioni, abusi di alcool e droga, per non parlare del rischio di suicidio. Qualcuno dirà che esagero, stia calmo costui ed esamini i casi di delinquenza giovanile, di morti anche indirette e poi li metta in corrispondenza alla situazione familiare dei coinvolti. Se farà questo esame non mi dirà più che esagero.
Sto pensando, il prossimo anno scolastico, di aprire a Bellinzona una nuova scuola, quella dei genitori. Non potrà essere obbligatoria, perciò è quasi sicuro che la frequenteranno quei papà e mamme che ne avranno meno bisogno. Personalmente sono dell’idea che quando un minorenne delinque i genitori dovrebbero essere obbligati a fare una scuola simile. In molti casi ne hanno più bisogno del figlio!

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domenica, giugno 17, 2007

 

Modelli di riferimento

La scorsa domenica ho parlato di libri e questa volta voglio continuare il discorso ponendo ai miei lettori un interrogativo che mi è stato rivolto.
Negli scorsi giorni ho presentato a Milano, in due ambienti diversi, il mio libro Ti presento Gesù Cristo, di cui si appresta ad uscire la terza edizione in sei mesi. In ambedue le occasioni, mi è stata rivolta questa domanda: “Perché, secondo lei, questo boom su Gesù Cristo?”. Evidentemente è un fatto che l’interesse attorno alla persona di Gesù sta aumentando. Sempre a Milano, ho trovato una persona che colleziona libri su Gesù e mi ha offerto una lista con una decina di opere recentissime. Perché? A chi mi ha posto questo interrogativo non ho riposto direttamente, ma ho cercato di coinvolgere il pubblico su questa domanda e le risposte sono state le più varie:
Come c’è stata un’infatuazione per le dottrine orientali, così ora ci si “butta” su Cristo.
Gli insegnamenti che ci sono stati dati nell’infanzia sono insoddisfacenti, perciò alcuni vogliono riprendere l’argomento per avere una conoscenza più precisa.
Anche per coloro che non hanno fede, Cristo è un “Grande dell’umanità” e i “Grandi” vanno conosciuti e onorati.
Ma la risposta più frequente, in quei due ambienti rigidamente laici, è stata: “Viviamo in un mondo che ci presenta modelli futili, abbiamo bisogno di modelli validi e convincenti”. Sentendo simile risposta mi sono detto: “L’Etic(hett)a che ho preparato per il Caffé che uscirà domenica prossima (oggi direi domenica scorsa) sui settimanali scandalistici non è solo una mia impressione. "
Per fortuna!

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domenica, giugno 10, 2007

 

Cultura effimera

Una delle preoccupazioni che mi stanno più a cuore è quella di scegliere i libri che meritano un’ attenta lettura. Non parlo di libri di storia e di bibliografia che già nel titolo e più ancora nel sommario o nell’indice mi dicono subito se trattano di un periodo o di un settore che m’interessa. Parlo di libri di teologia biblica o di psicologia, altri campi nei quali mi diletto e che generano una quantità impressionante di studi o di saggi e che domandano delle scelte oculate. In questo periodo pre-vacanza la preoccupazione della selezione è più viva, ho già scelto qualche libro e ne sto visionando altri. Ritengo che occupare il tempo un po’ più libero dell’estate, per leggere e così arricchirsi culturalmente e spiritualmente, sia importante. Mi fanno compassione quelle persone che sprecano il loro tempo ai monti e al mare nutrendosi solo di settimanali scandalistici, così da diventare esperti nelle vicende sentimentali dei vip del momento.
Purtroppo l’impegno di leggere per arricchirsi è diventato vittima dell'invadenza televisiva. Ci sono persone che non si portano in vacanza libri, ma il piccolo televisore da collocare vicino al proprio ombrellone in spiaggia o alla propria sdraio in montagna. Per costoro l’unica carta stampata di riferimento è qualsiasi radio-programma e, se oltre all’elenco delle trasmissioni, porta anche racconti piccanti, scappatelle dei propri beniamini, amorazzi di divi e dive, quel giornale, diventa il manuale indispensabile per alimentare il proprio cervello. Oggi poi vi è il telefonino che fa da televisore, col quale si può entrare in internet e così sapere tutto e vedere tutto; quell’aggeggio diventa indispensabile per alimentare la propria incultura. Che tristezza!

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domenica, giugno 03, 2007

 

Pace e bene

Mi è capitato più volte di sentirmi rivolgere questa domanda: “Esistono ancora i Frati Cappuccini nel Ticino?”.
Sì, esistono. Non sono numerosi come una volta e non sono nemmeno visibili come una volta. A metà del secolo scorso vi erano oltre sessanta frati, oggi non arrivano a trenta. Inoltre, una volta, tutti portavano l’abito ed erano facilmente riconoscibili. Oggi, fuori convento, pochissimi portano ancora il saio francescano con il cingolo e i sandali, perciò non sono così facilmente individuabili. Esistono ancora a Lugano al Convento della Salita dei Frati, dove vi è un’attività sociale e culturale; nel Convento di Bigorio, dove accolgono persone che si ritirano per corsi di formazione e di meditazione; alla Madonna del Sasso, dove animano la vita spirituale del Santuario; a Bellinzona, dove hanno una grossa parrocchia e a Faido dove agiscono come parroci nelle comunità della Media Leventina. L’occasione di parlare quest’oggi dei Cappuccini nasce proprio da questo convento che, oggi 3 giugno 2007, celebra i suoi 400 anni di fondazione. Fu voluto dai Signori Svizzeri del Canton Uri, che allora dominavano la Leventina, desiderato dalla popolazione, richiesto alle autorità dell ’Ordine. Attorno alla culla del Convento di Faido troviamo due grandissimi personaggi: un santo, allora generale dell’ordine, diventato poi dottore della Chiesa, fra Lorenzo da Brindisi, e un cardinale di manzoniana memoria Federico Borromeo.
Oggi i frati di Faido celebrano quindi 400 anni della loro attività, circondati dall’affetto di quella popolazione che, in 4 secoli non è mai mancato, fino al punto di accoglierli nelle loro case, quando un militare volle sfollarli dal convento per adibire quella costruzione a lazzaretto per i suoi militi. Tra gli antichi frati spicca un nome: Padre Angelico Cattaneo da Faido. Un uomo che ha amato la sua terra, tanto da dedicandogli le sue ricerche storiche I Leponzi e che è stato amato dai suoi conterranei, apparteneva alle famiglie più in vista di quel borgo. Auguriamo ai frati di Faido di poter continuare a godere dell’affetto della popolazione e a tutti i Cappuccini ticinesi di avere forse un po’ più di visibilità, ma soprattutto di poter continuare il loro lavoro di “Pace e Bene”, conservando quella simpatia che la popolazione del Canton Ticino ha sempre riservato a questi frati poveri, ma nello stesso tempo ricchi di benevolenza francescana.
Chi volesse approfondire, può anche visitare il loro sito web: www.cappuccini.ch per constatare un'interessante, nuova proposta d'incontro.

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