domenica, febbraio 22, 2009

 

Pellegrinaggio

Mentre tu caro lettore mi leggi, e so che sono molti coloro che leggono queste etic(hett)e, perché ho frequenti riscontri, io mi trovo in Terra Santa, nel paese di Gesù. E’ la sesta volta che vado con dei gruppi e vi ritorno sempre volentieri. Sono due i luoghi dove non mi stanco di ritornare: la Terra Santa ed Assisi. Certamente perché lì sono le mie radici. Nel paese di Gesù le radici cristiane, nella cittadina dell’Umbria le radici francescane. Torno con un gruppo variegato, gente di diverse parti del Ticino, praticanti e non, e forse qualche non credente. Nelle scorse volte ho sempre avuto qualcuno che si dichiarava ateo, ma che desiderava alimentare la sua cultura visitando il paese di Gesù. A costoro dicevo che non erano obbligati a frequentare le funzioni religiose, ma li ho sempre visti presenti ad ogni culto, ad ogni liturgia.
E quando la sera, dopo cena, il gruppo si ritrova per fare il punto della giornata, ho sempre chiesto se quella partecipazione diventava pesante e come risposta ricevevo l’assicurazione che si sentivano parte integrante del gruppo, e non avrebbero mai mancato a quei momenti di riflessione se non di preghiera. Alla fine, ritornati a casa, ci ritroviamo per una serata di verifica e le impressioni più positive, le proposte più interessanti per migliorare questi pellegrinaggi sono venute anche da queste persone che, a loro volta, hanno invitato parenti ed amici a fare questo viaggio, dicendo loro che, nel pellegrinaggio, hanno sempre ritrovato un’accoglienza e un’accettazione che li ha stupiti. A mio modo di vedere non si può fare se non così. Gesù durante la sua vita, in quella terra meravigliosa ha accettato tutti. Per tutti ha compiuto i suoi segni miracolosi, ha guarito la figlia di una donna pagana, ha aiutato un soldato romano che certamente non era di religione ebraica. Per tutti ha raccontato quelle meravigliose parabole che sono un insegnamento universale, piccoli capolavori di letteratura, letture psicologiche profonde dell’animo umano, messaggi etici di grande importanza. Ritorno in Terra Santa per alimentare le mie radici e sono sicuro che questo viaggio mi porterà dei frutti copiosi.

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domenica, febbraio 15, 2009

 

Cento, mille Eluane...

Parecchi mi hanno chiesto di dire una parola sulla morte di Eluana. Dapprima mi sono schermito e sono stato accusato di aver paura di manifestare le mie idee. Infine ho deciso di accettare.
Eluana è morta.
Ma quante cose sono morte con lei. Forse da 17 anni era morta la premura di aiutare quel padre a superare il lutto psicologico causato dalla mancanza fisica e vivace di una figlia promettente. Credo che se Peppino Englaro fosse stato più aiutato, fin d’allora, avrebbe potuto superare la prova; è significativa una parola che ripete più volte da quando ha avuto la notizia della morte di sua figlia: “Solo”!
Eluana è morta e con lei è morta la discrezione dei mezzi di comunicazione. La capacità di riflettere senza parlare. La tolleranza per chi ha idee diverse. La pratica del vangelo: “Non giudicate se non volete essere giudicati”.
Il senso della misura nell’esprimere il proprio disappunto perché le cose non sono andate come si voleva (da ambo le parti). Sono morti soprattutto l’equilibrio e la saggezza di parlamentari che, all’annuncio del decesso, hanno inscenato una gazzarra partitica in quella che dovrebbe essere l’aula del dibattito democratico.
Quanti morti, che strage! Quante persone hanno preso il posto del Padreterno, non riflettendo sul fatto che ogni giorno muoiono migliaia di bambini per fame, senza che nessuno dica qualcosa a coloro che spesso fanno indigestione!
Ma via, non pensiamoci, è iniziato il carnevale, dice il superficiale!

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domenica, febbraio 08, 2009

 

Scuola e società di oggi

Durante l’ultimo incontro mensile di un’attività che sto portando avanti con alcuni amici, un gruppo di genitori e di adolescenti, abbiamo parlato di scuola. I partecipanti, divisi a gruppi secondo l’età (i genitori formano un loro gruppo da me animato), discutono con l’aiuto di una scheda che, sul tema proposto, presenta aspetti positivi e negativi. Poi ogni gruppo, in un momento assembleare finale, dice per quali aspetti propende. I gruppi dei giovani sono stati buoni con la “nostra scuola”. L’hanno promossa con sufficienza di voti, ma hanno criticato l’impegno scoordinato nei compiti e la difficoltà di stabilire un corretto rapporto con parecchi docenti; dicono di non essere ascoltati, chi è in cattedra non accetta le critiche anche giuste, di chi è nei banchi.
Il gruppo dei genitori è stato più severo. A loro dire, la scuola non è capace di adeguarsi all’evoluzione sociale che, in questi ultimi decenni ha visto entrare nei nostri confini, e quindi anche nelle sue aule, ragazzi di ogni nazionalità e cultura. Sempre i genitori hanno denunciato l’incapacità di parecchie direzioni scolastiche di non saper creare col corpo docenti un rapporto di corresponsabilità che permetta di stabilire alcune norme fisse che tutti devono osservare – docenti e allievi – nell’interno dell’istituto. Purtroppo esistono persone al vertice delle singole scuole, nominati per appartenenza partitica, mentre si auspicherebbe che un direttore fosse un buon psicologo, un preparato pedagogista, un capace coordinatore. Comunque anche il gruppo dei genitori ritiene che proprio loro, come primi responsabili dell’educazione dei loro figli, devono essere vicini, collaboranti, sostenitori dei docenti e della scuola.
Ricordo che questi incontri sono aperti a tutti, giovani (dalla III media alla IV superiore e apprendisti) e che si tengono al centro Spazio Aperto di Bellinzona una volta al mese, la domenica dalle 19.45 alle 21.30. Il prossimo incontro avrà luogo questa sera; il tema in discussione: “Il pericolo, stimolo o invito alla temerarietà?”.

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domenica, febbraio 01, 2009

 

Presepe, seme di bene e collaborazione

Parlare ancora di presepe il 1 febbraio sembra un discorso fuori tempo massimo, ma non lo è. Oggi nella chiesa del Sacro Cuore a Bellinzona verranno premiati i presepi più belli costruiti nelle chiese del Ticino. Sarà il vescovo Piergiacomo Grampa che dopo le ore 16.00 dirà quali sono stati presepi premiati da un’apposita giuria.
Questo avvenimento conferma l’impressione che la lotta ingaggiata qualche anno fa contro i presepi, si è trasformata in un boomerang. Capita facilmente così quando si vogliono toccare le tradizioni positive della nostra cultura.
Avendo visitato parecchi presepi nell’alta Italia e nel Ticino, non è che sia stato entusiasmato da tutti. Qualche idea cervellotica si è vista, come i tre personaggi principali, Gesù, Giuseppe, Maria che assomigliavano a tre impiccati in quanto penzolanti da una trave. Presepi in cui fra i personaggi vi erano vari babbo natale, per me, un indegno mescolare il diavolo e l’acqua santa. La mancanza quasi totale di messaggi ridotti, il più delle volte, agli auguri di Buon Natale. Interpretazioni troppo artistiche (incomprensibili) della Natività, così che ti veniva spontanea la frase che gli Ebrei pronunciarono nel deserto del Sinai: “Manhu?”, “Cos’è?”. Il presepio è bello se è leggibile. Non dimentichiamo che può essere un'opportuna lezione di religione cristiana per grandi e piccini, altrimenti ha bisogno di una chiave interpretativa. Non è necessario che sveli tutto, ma che aiuti a capire. Per chiudere vi è solo da augurarsi che, oltre alla scena della Natività, si inizino a rappresentare anche quelle più importanti della passione, morte e risurrezione di Gesù, come avviene già a Malta, in Spagna e, quest’anno - per Pasqua - avverrà nella Chiesa del Sacro Cuore a Bellinzona. Queste scene, che vanno dall’Ultima Cena all’Ascensione, passando attraverso l’Orto degli Ulivi, i due processi (giudaico e romano), la crocifissione, possono essere di grande effetto scenico e sono ricchi di profondi insegnamenti.

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