domenica, giugno 07, 2009

 

Ricordo della nostra chiesa.

Non vorrei che questa etic(hett)a interessasse solo i bellinzonesi perché parla di una chiesa di questa città, quella del Sacro Cuore di via Varrone. Settanta anni fa, i frati cappuccini rilevarono un progetto dell’arciprete di Bellinzona di allora, don Giacomo Giorgi, di costruire, nella zona nord, una chiesa. Essendo l’unica città dove i Cappuccini ticinesi non avevano una sede, accettarono l’invito e commissionarono al giovane architetto Rino Tami, coadiuvato dal fratello Carlo, di progettare una chiesa nei paraggi dell’attuale piazza Mesolcina. Gli architetti Tami convinsero i frati a spostarla più a nord anzi, secondo la loro volontà, l’avrebbero costruita ai confini fra Bellinzona ed Arbedo, perché prevedevano un ingrandimento in quella zona. I frati comperarono terreni per cinque franchi al metro dalla famiglia di agricoltori Christen. Gli architetti Tami edificarono una bellissima costruzione che fu portata a termine soprattutto dal più giovane Rino. Il concetto era quello di costruire tutto con i nostri materiali, quindi il granito della valle Riviera, un cotto che ricopre tutto l’interno uscito da fornaci del mendrisiotto, banchi ed altare in legno dei nostri monti. Anche gli artisti che furono chiamati a condecorare la chiesa dovevano essere ticinesi. La bella “Via Crucis” di Guido Gonzato, dipinta su quattordici affreschi che ornano tutta l’aula assembleare, un crocefisso di Remo Rossi che suscitò tali critiche da essere poi asportato ed ora orna la tomba della famiglia Resinelli, quattro evangelisti sulla facciata del porticato, pure di Remo Rossi. La chiesa fu consacrata dal vescovo Jelmini e, pur non essendo parrocchia, venne subito frequentata dalla popolazione del quartiere. Da bambino feci anch’io il chierichetto di questa chiesa, dove conobbi dei frati eccezionali, come il superiore di allora P. Bernardo Rampini e il mitico fra Giovanni Bernasconi, per i bellinzonesi “ul fra Giovannin”, che andava ancora alla questua per sfamare i frati che vivevano soltanto delle elemosine raccolte in chiesa. Il vescovo Ernesto Togni nel 1983 eresse la Parrocchia ed oggi, quel quartiere semi-deserto, è diventato molto popolato ed in continua crescita. Se ricordo questa chiesa, della quale sono il primo parroco, non è per portare sulla stampa una realizzazione che comunque onora i frati che l’hanno voluta e la città che la ospita, perché è un degno monumento artistico, ma per dire come si può essere previdenti nel costruire dei luoghi sacri là dove si prevede che la popolazione, aumentando, avrà bisogno di una assistenza spirituale costante.

Etichette: , , ,


Comments: Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?