mercoledì, giugno 08, 2011

 

Comunità Familiare

Si era nella primavera del 1971. Un gruppo di giovani coppie, da me invitate, si ritrovava nel convento di Bigorio appena restaurato. Non era la prima volta che vi salivano. Parecchie di loro vi avevano fatto dei corsi in preparazione al matrimonio, ma quella volta era un'occasione speciale. Le coppie, provenienti da tutto il Ticino, avevano una grande voglia d'impegnarsi per il bene della famiglia e di aprire anche nel nostro paese uno di quei centri di consulenza che stavano sorgendo nella vicina Lombardia. Aprire un centro voleva dire affittare dei locali, assumere almeno una segretaria, presentarsi con un nome e un'identità al pubblico; in altre parole istituzionalizzarsi. Non erano persone - quelle coppie - che amavano molto incanalarsi entro statuti, ma dovevano fare di necessità virtù. Nacque così Comunità Familiare, un'associazione aperta a tutti coloro che avevano voglia di lavorare nel sociale. Si aprì il progetto consultorio a Lugano. Poi dei gruppi di mamme diedero vita ai Centri assistenza bambini e alle ludoteche. Molti giovani animano ancora oggi delle colonie integrate. Una coppia aprì un "foyer" per bambini e giovani. Parecchi membri iniziarono molto presto a impegnarsi nella lotta contro la droga. Il comitato che nacque in quelle riunioni di Bigorio s'impegnò soprattutto in una politica trasversale ai partiti. Non vi erano progetti di leggi che parlassero di famiglie e socialità che non venissero studiati e, attraverso l'azione di alcuni membri di Comunità Familiare che sedevano in Gran Consiglio, venissero formulate delle proposte. Il segretario generale dell'associazione - il sottoscritto - fu chiamato in diverse commissioni cantonali per la preparazione e il controllo dell'osservanza di queste leggi tutt'ora in vigore. Ecco in sintesi la storia dei 40 anni di vita di Comunità Familiare che, sabato scorso a Primadengo, ha festeggiato il suo quarantesimo. Lunga vita a questa benemerita Associazione che mantiene lo spirito di una grande famiglia.



domenica, maggio 29, 2011


Cristianesimo di convinzione
Molte persone dicono che il cristianesimo come religione è ormai alle corde e che da noi sussiste solo un cristianesimo come cultura. Costoro si chiedono se viviamo in una società che in Occidente si chiama ancora cristiana, quando i precetti fondamentali del cristianesimo vengono sistematicamente disattesi. Inoltre sembra che la pratica religiosa stia scendendo sempre di più. Ma proprio in questa società secolarizzata e laicizzata - uso questi termini in senso negativo, pur cosciente che hanno una valenza anche positiva - sta rinascendo un cristianesimo di adesione e di convinzione. Un esempio di questa rinascita la sto notando nella mia chiesa, dove noto un aumento di partecipazione alla Messa da parte degli uomini. Se prima alle Messe si avevano quasi esclusivamente donne, ora capita che gli uomini sono al 50% e, la scorsa estate - alle volte -, superavano addirittura il numero delle donne.
Questo cosa vuol dire?
Per me, che sta cessando un cristianesimo di tradizione, durante il quale la partecipazione alla Messa domenicale era appannaggio quasi unicamente femminile, per dar posto a un cristianesimo di convinzione, dove anche l'uomo sente la necessità di ritrovarsi in Comunità, di ascoltare la parola di Dio, di celebrare l'Eucarestia ricevendo la Comunione.
Altro esempio: è vero che non si battezzano più tutti i neonati, ma è altrettanto vero che aumentano i battesimi degli adulti, fatti con più preparazione e convinzione di quello che parecchi genitori fanno ancora quando chiedono il Battesimo dei loro figli, dimostrando che per loro il rito è una specie di magia, invece di essere una tappa di impegno ed un rinnovamento del proprio cristianesimo. Diminuiscono anche i matrimoni in chiesa, ma i fidanzati che incontro nei corsi di preparazione s'impegnano ad approfondire il senso del sacramento e a celebrarlo con convinzione. Ecco perché con la liturgia mi sento di ripetere "in alto i nostri cuori".
La speranza è l'ultima cosa che può morire e, anche se morisse, è pronta a risorgere.

Etichette: ,


Comments: Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?