domenica, novembre 07, 2010

 

Famiglia nella società

Diventa sempre più preoccupante la stabilità delle famiglie nel nostro paese. Oltre il 50% delle coppie che si sposano, divorziano. Dobbiamo comunque chiederci il perché. Le cause possono essere diverse, fra le altre la poca capacità di tenere una stabilità in diversi campi. Una volta si nasceva, si cresceva, si viveva e si moriva nello stesso paese. Si iniziava una professione e la si portava fino alla pensione. Si votava sempre per lo stesso partito e, coloro che lo cambiavano, venivano tacciati come "volta marsina". Tutto era fissato, quasi inamovibile. Non che fosse una tradizione positiva, era piuttosto un'imposizione.
Oggi cambia tutto.
Si cambia con facilità il domicilio, bisogna alle volte cambiare la professione, non parliamo poi dei cambiamenti ideologici o partitici. E allora, perché dovrebbero rimanere stabili la moglie, il marito e l'intera famiglia? Questo interrogativo può sembrare molto impudente, eppure è una realtà. La mentalità odierna odia la continuità, soprattutto quando questa diventa "noiosità". Ecco perché, tra i motivi che portano al divorzio ce ne sono alcuni che vengono giudicati banali, ma che psicologicamente non possono essere ritenuti tali. La mancanza di stimolo, la continuità troppo tradizionale della vita, l'incapacità di creare cose nuove. Perciò una persona che si presentasse, proponendo un modo diverso di vivere e delle novità assolute su tutto l'arco dei rapporti, diventa facilmente un'esca, che induce a lasciare ciò che era "vecchio" per abbracciare ciò che è nuovo.
Vi sono evidentemente altri motivi, per esempio una sessualità che inizia in modo estremamente precoce, che è confusa con la capacità di amare; quando cessano gli stimoli sessuali, evidentemente cessa anche quel tipo di amore. Come vedete, i motivi sono parecchi e complessi; dovremo riprendere il discorso in una prossima etichetta.

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