domenica, ottobre 18, 2009

 

Missio

Oggi nella Chiesa cattolica si celebra la Domenica missionaria. Un tempo era forse più sentita, nelle parrocchie si invitava un missionario o un ex missionario che parlava delle sue avventure con i “negretti” e raccomandava generosa offerta per la sua missione. Nella predicazione si insisteva sul dovere della Chiesa di portare il Vangelo in terre lontane. Oggi si fa una manifestazione diocesana, improntata più alla sensibilizzazione che non alla propaganda, comunque la festa offre qualche riflessione. Anni fa, partivano anche dai nostri paesi dei missionari che andavano in Africa, in Asia a portare il Vangelo perché in quelle regioni si trattava di impiantare una Chiesa e di offrire i necessari sacerdoti per l’evangelizzazione. Oggi di missionari non ne partono quasi più, per la scarsezza delle vocazioni. Arrivano piuttosto dei sacerdoti di colore dalle terre africane per aiutare i nostri sacerdoti ormai pochi ed anziani. Si sono invertite le parti. Se una volta si aiutavano i “negretti” e si offriva loro una religione diversa da quella dei loro padri, oggi sono i sacerdoti di colore che vengono nei nostri paesi per aiutarci a vivere la nostra religione; arrivano ricchi di una cultura, iscritti nelle nostre facoltà teologiche e ben lontani da essere i discendenti di quelle persone analfabete che gli antichi missionari raccoglievano nelle loro scuole in capanne. Hanno dei titoli e approfondiscono studi con i nostri seminaristi.
Ma vi è un altro problema: sta prendendo piede una teologia delle varie religioni che cerca di dimostrare come tutte le religioni portano a Dio. Con questo non si vuol negare la validità né del cristianesimo né delle sue missioni, ma si vuol riflettere su un certo tipo di missionarietà non rispettoso delle tradizioni e degli usi di altri popoli.
Noi sappiamo che la Chiesa, nei secoli, più volte ha imposto il Vangelo entrando in contraddizione con lo stesso messaggio, che è messaggio di libertà. Oggi la stessa Chiesa si interroga e, pur proponendo il suo messaggio a tutti i popoli, è molto più restia ad usare dei mezzi che abbiano soltanto l’ombra della coercizione. Infine ci chiediamo come mai, dopo tanti anni di missione, in certe terre esiste ancora una estrema povertà e ci sono guerre tribali; forse perché la predicazione del Vangelo non è andata a pari passo con la realizzazione di una giustizia sociale.

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