domenica, maggio 24, 2009

 

Stranieri e politica.

L’Italia si è dotata di nuove leggi per combattere l’entrata e la residenza di stranieri ritenuti pericolosi. Queste leggi, per chiunque sia dotato di buon senso (o naso), puzzano di xenofobia. La cosa non dovrebbe interessarmi perché non è lecito criticare la politica di un altro stato sovrano; invece mi interessa eccome! Prima di tutto perché lede i diritti di innocenti che scappano da nazioni che non garantiscono il minimo di sicurezza, né economica (fame), né fisica (prigionie arbitrarie). In secondo luogo perché queste leggi sono state volute, promosse e votate, soprattutto da un partito che ha lo stesso nome e lo stesso spirito di una formazione politica ticinese. Ma la Lega italiana non sarebbe mai riuscita a fare varare queste leggi se non fosse sostenuta da altri partiti di destra. Ora questi partiti si presentano come difensori della famiglia (ed i loro leader sono le persone più adatte, perché di famiglie ne hanno più di una), sono i paladini della sacralità della vita (ma se poi, sui barconi che forzatamente devono ritornare c’è qualche bambino che muore, è una bazzecola). La coerenza in loro non sembra risplendere.
Eppure hanno votato queste leggi anche deputati che si dichiarano cristiani appartenenti a movimenti e gruppi di chiara matrice cattolica.
Per fortuna la Cei (Conferenza episcopale italiana) che altre volte (almeno nei suoi vertici) si è dimostrata molto legata agli attuali partiti di governo, in questo caso ha fatto sentire la sua voce preoccupata perché queste leggi, invece di promuovere l’integrazione degli stranieri, promuovono la loro espulsione anzi la loro persecuzione.
Chissà perché questi partiti, movimenti, gruppi sedicenti cristiani non si ricordano delle parole di Gesù: “Qualsiasi cosa avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatta a me”; o delle altre: “Ero forestiero e mi avete accolto!”.

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