domenica, marzo 01, 2009

 

Tempo di Quaresima

È iniziata la Quaresima. Quasi si impone un’etic(hett)a di carattere religioso, soprattutto in un cantone come questo, dove non avrei mai pensato che l’organo legislativo trovasse quattro ore di tempo per discutere su questioni religiose. Avete già intuito? Si tratta della discussione in Gran consiglio sulla proibizione di costruire minareti. Ma forse non è stata una discussione sul tema religioso, la vera problematica era un’altra: l’accettazione o meno dello straniero e dei suoi simboli, della sua identità; l’accoglienza o meno delle idee diverse che per alcuni sono un inquinamento della nostra cultura, per altri sono un arricchimento, o per lo meno un confronto. Infatti i deputati non si sono divisi secondo le loro convinzioni religiose, ma secondo le loro idee politiche. Chi è per l’accettazione dello straniero e per chi vuole - se non cacciarlo a casa - almeno tenerlo strettamente a bada perché, potrebbe nuocere. Ecco perché la volontà di proibire i minareti è sorta dalla dichiarata e occulta destra e di altri di partiti. Non avrei avuto dubbio di come votare, anche perché con gli islamici nel canton Ticino ho sempre avuto degli ottimi rapporti. Ricordo in particolare due momenti: una notte di Natale, un’ora prima della celebrazione Eucaristica di mezzanotte, quattro signore davanti a tutta l’assemblea già riunita in Chiesa, hanno discusso sul senso del Natale, e fra queste ve n’era una di fede islamica che ha parlato della presenza di Maria nel Corano, l’unica donna citata in quel libro religioso.
In un’altra occasione, sempre nella mia chiesa, si è parlato del “Magnificat”, e anche allora una parte di quello stupendo inno è stato commentato da una donna islamica.
“Dobbiamo cercare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide”, diceva Giovanni XXIII, e quello che ci unisce con l’Islam è il monoteismo. Abbiamo le stesse radici nel patriarca Abramo; dobbiamo quindi vivere insieme come fratelli, e se c’è una lotta da fare non è sui simboli religiosi, ma è contro il materialismo, la segregazione razziale, la lotta contro il diverso. Ecco perché quattro ore di discussione nel nostro legislativo, con un risultato più che consolante che permette, ai musulmani se ce ne fosse bisogno di costruire accanto alle loro Moschee il segno della loro presenza, è stato un momento in cui non lo spirito religioso, ma lo spirito di tolleranza ha trionfato.

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