domenica, febbraio 08, 2009

 

Scuola e società di oggi

Durante l’ultimo incontro mensile di un’attività che sto portando avanti con alcuni amici, un gruppo di genitori e di adolescenti, abbiamo parlato di scuola. I partecipanti, divisi a gruppi secondo l’età (i genitori formano un loro gruppo da me animato), discutono con l’aiuto di una scheda che, sul tema proposto, presenta aspetti positivi e negativi. Poi ogni gruppo, in un momento assembleare finale, dice per quali aspetti propende. I gruppi dei giovani sono stati buoni con la “nostra scuola”. L’hanno promossa con sufficienza di voti, ma hanno criticato l’impegno scoordinato nei compiti e la difficoltà di stabilire un corretto rapporto con parecchi docenti; dicono di non essere ascoltati, chi è in cattedra non accetta le critiche anche giuste, di chi è nei banchi.
Il gruppo dei genitori è stato più severo. A loro dire, la scuola non è capace di adeguarsi all’evoluzione sociale che, in questi ultimi decenni ha visto entrare nei nostri confini, e quindi anche nelle sue aule, ragazzi di ogni nazionalità e cultura. Sempre i genitori hanno denunciato l’incapacità di parecchie direzioni scolastiche di non saper creare col corpo docenti un rapporto di corresponsabilità che permetta di stabilire alcune norme fisse che tutti devono osservare – docenti e allievi – nell’interno dell’istituto. Purtroppo esistono persone al vertice delle singole scuole, nominati per appartenenza partitica, mentre si auspicherebbe che un direttore fosse un buon psicologo, un preparato pedagogista, un capace coordinatore. Comunque anche il gruppo dei genitori ritiene che proprio loro, come primi responsabili dell’educazione dei loro figli, devono essere vicini, collaboranti, sostenitori dei docenti e della scuola.
Ricordo che questi incontri sono aperti a tutti, giovani (dalla III media alla IV superiore e apprendisti) e che si tengono al centro Spazio Aperto di Bellinzona una volta al mese, la domenica dalle 19.45 alle 21.30. Il prossimo incontro avrà luogo questa sera; il tema in discussione: “Il pericolo, stimolo o invito alla temerarietà?”.

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