domenica, febbraio 15, 2009

 

Cento, mille Eluane...

Parecchi mi hanno chiesto di dire una parola sulla morte di Eluana. Dapprima mi sono schermito e sono stato accusato di aver paura di manifestare le mie idee. Infine ho deciso di accettare.
Eluana è morta.
Ma quante cose sono morte con lei. Forse da 17 anni era morta la premura di aiutare quel padre a superare il lutto psicologico causato dalla mancanza fisica e vivace di una figlia promettente. Credo che se Peppino Englaro fosse stato più aiutato, fin d’allora, avrebbe potuto superare la prova; è significativa una parola che ripete più volte da quando ha avuto la notizia della morte di sua figlia: “Solo”!
Eluana è morta e con lei è morta la discrezione dei mezzi di comunicazione. La capacità di riflettere senza parlare. La tolleranza per chi ha idee diverse. La pratica del vangelo: “Non giudicate se non volete essere giudicati”.
Il senso della misura nell’esprimere il proprio disappunto perché le cose non sono andate come si voleva (da ambo le parti). Sono morti soprattutto l’equilibrio e la saggezza di parlamentari che, all’annuncio del decesso, hanno inscenato una gazzarra partitica in quella che dovrebbe essere l’aula del dibattito democratico.
Quanti morti, che strage! Quante persone hanno preso il posto del Padreterno, non riflettendo sul fatto che ogni giorno muoiono migliaia di bambini per fame, senza che nessuno dica qualcosa a coloro che spesso fanno indigestione!
Ma via, non pensiamoci, è iniziato il carnevale, dice il superficiale!

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