martedì, novembre 25, 2008

 

Articolo dal Giornale del Popolo

La festa di Compleanno di una grande famiglia. Con questo spirito la comunità del Sacro Cuore di Bellinzona ha trascorso tra concerti, assemblea, cena fraterna, Santa Messa e un teatro francescano, le celebrazioni del quarto di secolo.
Certo, 25 anni fa, quando per volontà dell’allora vescovo di Lugano monsignor Ernesto Togni, si volle creare una comunità ecclesiale che raccogliesse la gente del quartiere Nord di Bellinzona la zona non era demograficamente sviluppata come oggi anche se già si intuiva per il futuro la necessità di realizzare un centro di fede viva, capace di servire un’area in pieno sviluppo. Una comunità dove si respira “il clima del cristianesimo delle origini” e “lo spirito francescano”. Ne ha parlato Padre Callisto, da sempre alla guida del Sacro Cuore, ieri mattina, durante una bella celebrazione nella quale oltre a festeggiare l’evento giubilare, sono stati conferiti i mandati annuali ai laici collaboratori parrocchiali ed è stata presentata l’icona realizzata per i 25 anni (e i 50 di sacerdozio di padre Callisto). Ed il frate ha ricordato come “il nucleo della vita religiosa della prima comunità cristiana era nelle case”, questo dato degli Atti degli Apostoli è un po’ come la nota caratteristica della comunità del Sacro Cuore; l’esperienza di un cristianesimo dove la comunità è la casa in cui ritrovarsi. Su questo modello si è costruito tutto il resto: i battesimi comunitari, le Eucarestie sempre molto animate, l’accoglienza nel coro del convento dei defunti della zona, quale segno dell’affetto e della riconoscenza di tutti. “La gente deve sentire di appartenere ad una comunità che è scuola di formazione”, ha sottolineato ancora P. Callisto. E allora - la catechesi dei ragazzi, che dalle elementari è continua, con un accompagnamento garantito fino al termine della Scuola Media Superiore. Tanti poi i servizi pratici svolti: dall’attenzione materiale dei primi anni verso gli ospiti della vicina Casa Anziani ad oggi, con le diverse esperienze di solidarietà portate avanti da fra’ Martino Dotta. E poi la dimensione della fede come “caso serio”, in una chiesa dove “ogni volta che entro, trovo sempre qualcuno in preghiera”, ha testimoniato ancora padre Callisto.
Quanto ai festeggiamenti, la gente non si è fatta desiderare: chiesa zeppa per il concerto di venerdì sera delle giovani voci del Conservatorio della Svizzera italiana, partecipazione motivata all’assemblea comunitaria di sabato conclusosi con una cena fraterna, fedeli di tutte le età alla Santa Messa di domenica. La conclusione, con una nota francescana, ieri sera, grazie alla rappresentazione del “Cantico di Fratello Sole” (testi di padre Giovanni Pozzi e interventi musicali della Cantoria di Giubiasco e del Quartetto d’archi Larius).

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