domenica, luglio 20, 2008

 

Essere o non essere

Qualche tempo fa avevo scritto, molto preoccupato, per l’aumento di suicidi nella nostra Patria, soprattutto da parte dei giovani. Mi ero chiesto quali potessero essere le cause di queste morti volute, premeditate ed eseguite a sangue freddo. Ho cercato qualche risposta. Una delle cause maggiori ritengo che sia lo sfascio della famiglia. Ormai in Svizzera i divorzi sembra che abbiamo passato la soglia del 50% e non mi dite che esistono i divorzi consensuali, forse di fronte alla legge, ma dentro ogni divorzio c’è una lacerazione, c’è un lutto, non soltanto per i due membri della coppia, ma se ci sono dei figli soprattutto per loro. Da uno dei due genitori vengono abbandonati e, spesso, dopo aver assistito anche per anni a litigi, a ripicche, a cattiverie di vario tipo, strumentalizzati a favore di una parte contro l’altra.
Un condannato francese morto alla ghigliottina per aver ucciso un poliziotto, Jacques Fesch, a coloro che gli chiedevano: “Come mai tu che sei uscito da una buona famiglia hai potuto arrivare a commettere un delitto così orrendo?”. Rispondeva: “Non è nel giorno che io ho ucciso quel poliziotto che sono diventato un criminale, è stato molto tempo prima, non ho fatto altro che mettere in pratica quello che era in me allo stato latente, finché se ne presentò l’occasione. Era inevitabile che un anno o l’altro avrei finito con lo sviarmi, a meno che nel frattempo avessi trovato un ideale. Ma questo ideale, la mia famiglia non me l’ha trasmesso. I miei genitori litigavano sempre, gridavano, urlavano, arrivavano anche alla violenza e noi, loro figli, dovevamo assistere a queste scenate, fino al punto che desiderammo la loro separazione e il loro divorzio”.
Una ragazza romana, suicida, alcuni anni fa, scriveva ai suoi genitori divorziati questa lettera testamentaria: “Mi avete voluto bene, ma non siete stati capaci di farmi del bene. Mi avete dato tutto, anche il superfluo, ma non mi avete dato l’indispensabile, non mi avete dato un ideale per cui valesse la pena di vivere la vita, per questo me la tolgo”.
A queste parole non è necessario un commento. Per fortuna, non tutti i casi di divorzio portano a questi drammi, ma certamente portano ad una gioventù segnata dal dolore e, spesso, sviata da sani principi e forti valori.

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