domenica, febbraio 10, 2008

 

Quaresima e Pasqua.


Se l’Avvento, tempo in preparazione al Natale, per molti si riduce ad una corsa ai regali, quello in preparazione alla Pasqua, la Quaresima, generalmente è più contenuto. Per i credenti dovrebbe essere un tempo di maggiore istruzione, maggiore generosità, maggior riflessione. Ma io vorrei che fosse così anche per i non credenti e non praticanti, perché tutti abbiamo bisogno di più cultura, di più aperture, di più approfondimento.

Più cultura. Di fronte al materialismo imperante l’alimentazione culturale è il maggior antidoto all’abbruttimento. Se poi questa cultura è nel campo della spiritualità, diventa un potente ricostituente per alimentare la parte nobile di noi stessi: lo spirito.

Più apertura verso gli altri, cioè generosità. I cristiani svizzeri hanno stimoli pressanti attraverso il “Sacrificio Quaresimale” (per i cattolici), il “Pane per i fratelli” (per i protestanti). Ma anche chi non ha una fede, chi non si riconosce in una confessione, non è esentato a pensare agli altri che stanno tanto male da avere la vita appesa ad un filo.

Più approfondimento. I cristiani in Quaresima sono invitati a “convertirsi”, parola che vuol dire “cambiare strada”. Ma per cambiare strada devi essere convinto che stai camminando su una via sbagliata. E questa persuasione la puoi acquistare solo se verifichi quali sono i tuoi programmi di vita, le tue mete, i tuoi valori, con onestà e sincerità senza paura di dire a te stesso: “Sono fuori strada. Sto sbagliando. Devo cambiare”.

Chi non è credente, è forse esentato dal fare questo lavoro? L’antico adagio filosofico “conosci te stesso”, vale anche per lui!

Quindi a tutti, credenti e non credenti, dopo il divertimento di carnevale, buona Quaresima.

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