domenica, ottobre 28, 2007

 

Elezioni e politica

Ho seguito con un certo interesse le trasmissioni della Tsi sul risultato delle elezioni federali con un brillante Michele Fazioli che, alla vigilia di lasciare la poltrona di responsabile dell’informazione, ha dimostrato tutta la sua professionalità. Da più parti in queste trasmissioni ci si è lamentati che nella campagna elettorale si è parlato poco di politica e troppo di partiti e dei loro candidati. Altro lamento, meno della metà degli aventi diritto è andato a votare, così abbiamo le due camere federali elette da una bassa percentuale di cittadini, quindi di per se poco rappresentative.
Non approvo l’astensione al voto anche se io sono fra quelli che non partecipano alle elezioni. Non mi sento in colpa, nemmeno in contraddizione. Non eleggo per motivi superiori, tenendo ferma una tradizione che vedeva nei frati cappuccini dei “fratelli” di tutti e perché ci tengo ad essere sciolto da qualsiasi nodo partitico. In cambio ritengo comunque di fare politica, cioè d’interessarmi del bene comune della mia Patria, del mio Cantone, della mia Città.
Non credete che fra il modo di fare campagna elettorale (questa volta modo negativo) e l’astensione del voto ci sia una relazione? Per me esiste. Se i partiti si arroccano in se stessi, se sono l’uno contro l’altro armati”, non possiamo meravigliarci che tutti coloro che desiderano una politica di ampio respiro e un dibattito chiaro, ma pacifico, non li sostengono e non votino nessuno dei loro candidati.
Devo poi disapprovare quel partito che ha esortato a votare l’unico suo candidato al Consiglio degli Stati. Ha preferito la persona al Cantone che, fortunatamente come tutti gli altri Cantoni, ha due rappresentanti nella Camera alta. Quel partito - che nel suo nome ha il termine “democratico” - poteva sostenere il proprio candidato (ci mancherebbe), ma non insinuare che la scheda dei propri aderenti doveva privilegiare un solo nome. Resta chiaro che non ce l’ho coi partiti; se qualche volta li critico - come d’altronde faccio con la Chiesa - è perché li ritengo necessari e migliorabili.

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