domenica, settembre 16, 2007

 

Comunità Ecumenica

Alcuni lettori mi hanno scritto approvando l’Etic(hett)a nella quale riportavo il pensiero di P. Haring in merito alla ricchezza spirituale delle varie Chiese, ma dicendomi che l’avevano trovata troppo difficile.
Oggi si celebra la Festa federale e da qualche anno questa ricorrenza è caratterizzata da una funzione ecumenica che si tiene a Bellinzona, quest’anno in Collegiata. In occasione di questa festa e di questa celebrazione, per facilitare il mio pensiero, riprendo la famosa frase di papa Giovanni XXIII:
“Cerchiamo ciò che ci unisce e non ciò che ci divide”.
Le varie Chiese cristiane hanno delle ricchezze che lungo i secoli hanno messo in evidenza. Le Chiese della Riforma la Bibbia, quella Ortodossa la liturgia, la Chiesa Cattolica la vita sacramentale. Valorizzare queste ricchezze è la giusta strada ecumenica. Sostenere solo la propria identità, arrogandosi il diritto in esclusiva di essere l’unica vera Chiesa di Cristo, è mettere delle barriere a questa strada.
Inoltre, è inutile nasconderlo, uno degli ostacoli all’unione è il “Servizio petrinio” (del Papa), non lo dico io, ma Giovanni Paolo II, e ne auspicava la revisione. Chi sa se i cardinali della Curia romana hanno riflettuto, quando hanno ribadito il diritto della Chiesa cattolica di definirsi l’unica Chiesa di Cristo, che non facevano un buon servizio alla revisione del servizio di Pietro.
È tipico di chi è in crisi insistere sulla propria identità, non sarà il riaffermare l’identità che ci toglierà dalla crisi. La strada maestra per raggiungere un ecumenismo che sia unità e non uniformità, sarà l’unione di tutte le forze spirituali per combattere uniti contro il materialismo.

I tralci e la vite della Chiesa

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