domenica, aprile 01, 2007

 

Auspici di politica nostrana

Etic(hett)a da Il Caffè 1.4.2007

Quando parecchi lettori di questo settimanale leggeranno questa Etic(hett)a non conosceranno ancora i risultati delle elezioni per il Consiglio di Stato. Tireranno comunque un sospiro di sollievo perché sarà terminata un’infinita campagna durante la quale, più che idee, si sono viste facce. Forse non abbiamo mai avuto una campagna elettorale con tante visibilità e, per il Consiglio di Stato, penso che stia ad indicare una difficoltà di convincere il cittadino a rieleggere tutti i vecchi membri che in corpore si ripresentano. Si parla di un governo fotocopia e di ciò molti sono preoccupati, arrivando ad augurarsi che, se così fosse e se i cinque non troveranno un miglior accordo di quello manifestato nella scorsa legislatura, la voce dovrebbe ripassare al popolo che costituzionalmente può cambiare governo.
Ma c’è la previsione contraria che nessuno venga rieletto.
L’abbiamo sentita l’altra sera alla Tsi durante la disputa dei presidenti di partito. Si affermava che non è sicuro Luigi Pedrazzini, tallonato dal cugino Alex. Non è sicuro Marco Borradori, per la debolezza del suo partito. Non è sicura Marina Masoni, confrontata con Laura Sadis. Non sono nemmeno sicuri i due che sembrano più sicuri: Gabriele Gendotti, che potrebbe essere lasciato a casa dalle due donne del suo partito ed anche Patrizia Pesenti, per la lotta fra due uomini del suo partito, quello voluto e quello non voluto dalla dirigenza.
Scenario apocalittico?… Speriamo di no.
Comunque coloro che saranno eletti dovrebbero prima fare un seminario di dinamica di gruppo durante il quale, a mio avviso, dopo aver detto l’uno dell’altro tutto quello che pensano, dovrebbero insieme riflettere su cinque punti prioritari, uno per dipartimento:
1. Il degrado territoriale che minaccia la salute di tutti.
2. La crisi dell’attuale scuola media che spompa i docenti e non fa crescere gli allievi.
3. La situazione finanziaria di molte famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.
4. La violenza e le poche forze concesse per combatterla.
5. L’aumento delle spese sanitarie sia per l’ente pubblico come per i privati.

A tutti, chiunque siano, buon lavoro.

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