domenica, marzo 18, 2007

 

Etic(hett)a politica


Da esterno non estraneo mi fanno una certa impressione le cronache sui congressi o riunioni al vertice dei partiti ticinesi. Mi sembra che l’unica preoccupazione sia quella dei seggi e non quella dei programmi. Ma forse è difficile, se non impossibile, fare dei programmi chiari, determinati, con scelte sociali economiche precise, per partiti (almeno quelli storici) divisi nel loro interno: liberali-radicali, conservatori-ala cristiano sociale, social-democaratici-socialisti puri e duri. E sorvoliamo sulle questioni delle candidature. Tutti e tre questi partiti hanno delle eccellenti grane interne, con candidati l’uno contro l’altro armati.
Chi se ne avvantaggia è il partito della scheda non intestata che, stando ai sondaggi pubblicati da questo settimanale, è quello che - al momento attuale - raccoglie parecchi consensi. Certamente sarà un voto di protesta contro oligarchie partitiche e direzioni non attenti ai sentimenti della propria base.
Ma sarà anche lo sfizio che un votante vuol provare nel tentare (almeno una volta) di farsi il proprio Consiglio di Stato (parlo solo dell’Esecutivo) cercando di favorire, fra i candidati a disposizione, quelli che per mille motivi il singolo elettore preferisce: i più bravi, i più belli (belle), i (le) più eleganti, i più colti, i più parlatori e forse… anche i più preparati.
Chi sa se a qualcuno verrà in mente di fare il “Toto Consiglio di Stato” premiando uno o più schede senza intestazione che hanno indovinato tutti e cinque i futuri ministri?
Scherzi a parte, questa crisi dei partiti si inserisce nella preoccupante crisi che tocca tutte le istituzioni: stato, famiglia, chiesa, scuola ecc.
Occorre un supplemento di socialità, o se più vi piace di spirito comunitario, perché la crisi delle istituzioni ha le sue radici in un individualismo esasperato. A furia di parlare di “diritti della persona” abbiamo dimenticato i “doveri dovuti alla società”, cioè cosa la persona deve dare allo stato, alla chiesa, alla famiglia, alla scuola ecc… perché queste possono essere ciò che devono essere.
Pensieri di un esterno non estraneo alla politica in quanto crede che, malgrado tutto, sia parte dell’etica.

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