domenica, marzo 04, 2007

 

Giobbe

Oggi, domenica del malato, vorrei dedicare questa Etic(hett)a a tutti coloro che soffrono; parlando di un grande sofferente e paziente biblico, Giobbe, del quale circa 30 anni fa feci un radiodramma per l’allora Radio Monte Ceneri. In quel periodo settimanalmente vi era una trasmissione chiamata “Ora serena” dedicata agli ammalati. La conduceva quella persona eccezionale che tutti i ticinesi adulti ricordano, che rispondeva al nome di Cora Carloni, fondatrice e direttrice dell’Ospizio bambini gracili di Sorengo. In quegli anni ero cappellano e catechista all’ospizio e Cora mi chiese di collaborare alla sua trasmissione. Accettai e tenni mensilmente una rubrica intitolata “La posta di frate Sole”. Gli ammalati scrivevano, io rispondevo direttamente creando dei colloqui apprezzati. Il regista della trasmissione, Aurelio Longoni, mi propose per le feste pasquali e natalizie di occupare tutta l’ora; accettai con qualche titubanza, ma produssi vari radiodrammi che furono messi in onda da quei professionisti che formavano la Compagnia di prosa della Radio Svizzera Italiana. Chiamato ad altri impegni lasciai quella collaborazione, poi con la morte di Cora Carloni, cessò “Ora serena”.
Vari anni dopo, mi ricordai di quei radiodrammi, che furono ritrovati negli archivi della Rsi. Alcuni - con i debiti permessi - vennero pubblicati dall’editrice italiana Ldc in audio-cassetta. Quello su Giobbe no, fu difficile ritrovarlo, ma alla fine fu recuperato. Ora questo radiodramma viene proposto modificato con un’altra colonna sonora, recitato da attori professionisti e dilettanti vicino alla “Cantoria di Giubiasco” che, col suo Maestro Michele Tamagni, cura la parte musicale.
Si tratta di un lavoro sul noto personaggio biblico definito “Un uomo che non voleva soffrire senza sapere il perché”. È il dramma della sofferenza umana carico di mistero anche, se si crede che le sorti degli uomini sono guidate da una Provvidenza Divina che è paterna e misericordiosa. Giobbe è il sofferente di tutti i tempi che per accettare il dolore vuole conoscerne la causa. Ma spesso, le cause non si scoprono perché, in fondo, c’è un’ unica causa che sta nel Dna della persona umana e si chiama limitatezza. Sempre per chi crede interviene la bontà divina a sostegno di questa limitatezza e per chi non crede la propria forza d’animo.

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