domenica, luglio 17, 2011

 

Scelte di vita

Continuando il discorso sull'assistenza ai malati terminali, tenendo sempre presente il documento dei cristiani tedeschi, poniamoci qualche altro interrogativo. Il continuo progresso della medicina fa sorgere dei punti di domanda che in passato non si ponevano; per esempio: "Bisogna approfittare di tutte le possibilità di conservazione della vita in ogni sua fase o si deve rinunciare quando il suo prolungamento rischia di condurre, o ha già condotto, ad una fase di non ritorno?".
Che cosa è meglio: "Morire nel proprio ambiente familiare, anche se in esso non sono sempre presenti tutte le possibilità tecniche della medicina, e questo può determinare un abbreviamento della vita, o vivere il più a lungo possibile in una unità di cura intensiva?".
Non è sempre possibile rispondere in termini generali a domande del genere, dicono i cristiani tedeschi.
Bisogna quindi essere cauti e ritenere che in casi concreti sia richiesto, dal punto di vista cristiano, un unico trattamento. In ultima analisi bisogna decidere partendo dalla situazione concreta della persona morente, dai suoi bisogni e in accordo coi suoi desideri e le sue convinzioni. Tutto questo parte dal principio che per il cristiano la vita è un dono di Dio; Egli ci dona la capacità di configurarla in modo responsabile in tutte le sue fasi. Ne fa parte anche il fatto di prendere decisioni sia per la vita attiva, sia per la morte. Sino alla fine, la vita deve essere sentita come degna di essere vissuta, e ciò significa poter partecipare a ciò che avviene in famiglia, nel proprio ambiente di vita e nel mondo. L'ammalato potrà prendere decisioni, avrà tempo per riflettere e chiarire determinate questioni; congedarsi dalle persone che ama e dalle cose importanti e imparare ad accettare la propria morte. Tutto questo costituisce spesso un processo difficile. La terapia del dolore, la medicina palliativa, le norme in materia di assistenza, l'accompagnamento spirituale e sociale possono e devono creare i presupposti per poter vivere in dignità anche l'ultimo momento.

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