domenica, giugno 12, 2011

 

Bellinzona sì, Bellinzona no?

Bellinzona non è mai stata una città turistica, almeno fino a qualche anno fa, quando iniziò ad attirare persone per ammirare i suoi castelli dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Questa quasi assenza del turismo portò alla città evidenti vantaggi, per esempio quello di aver salvaguardato il centro storico. Ma ha avuto anche degli svantaggi, quello di non essere stata scelta come sede di prestigiosi istituti internazionali, perché meno nota di Lugano. Ora che una sede di ricerca - l'IRB - si vuole istallare, un gruppetto di cittadini (fra i quali anche dei non bellinzonesi di origine e di nascita) la vuole ostacolare. Conosco Matteo Cheda e veramente mi rincresce che definisca me ed i miei concittadini dei polli che si lasciano ingannare dal Municipio e dal Consiglio Comunale. Un minimo di dignità ci vuole anche in una polemica che pur si svolge in modo duro. Noi del comitato di sostegno organizziamo delle conferenze di alto livello per sensibilizzare i bellinzonesi su cosa perderebbero, lui ci taccia di polli!
Ma perché inserisco il tema dell'IRB in un'etic(hett)a che verrà letta non solo dai bellinzonesi? Prima di tutto perché amo questa città che mi ha cresciuto e nella quale da oltre 25 anni sono guida spirituale di una delle sue parrocchie, quella numericamente più forte. Inoltre perché questo settimanale è molto letto in tutto il Ticino, quindi anche da persone non bellinzonesi, parecchie delle quali avranno parenti ed amici nella nostra città. Se è possibile facciano presente a costoro che i prossimi giorni dovranno essere i "giorni del SÌ" per promuovere il futuro di Bellinzona, aderendo così all'idea di tutte le autorità comunali, di tutte le sezioni dei partiti cittadini e di molte associazioni sul nostro territorio. Il sostegno all'Istituto di ricerca in biomedicina può essere esercitato anche indirettamente, consigliando in positivo (di votare SÌ) a chi ha il diritto e il dovere di sostenerlo direttamente col proprio voto.

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