domenica, marzo 06, 2011

 

Perchè?

Una delle domande più frequenti che mi vengono rivolte da amici non credenti, ma anche da persone che si dicono "di chiesa", è quella che riguarda la sofferenza.
Perché Dio la permette?
Soprattutto perché Dio non ferma le mani degli assassini?
Perché Dio lascia inchiodato per anni su di un letto un ammalato cronico grave? Perché?...
Prima di tentare una risposta a questa domanda, vorrei riformularla con la bella, anche se lacerante poesia di Heinrich Heine:
Su Lazzaro
"Lascia stare le sante parabole,
lascia stare le ipotesi pie
cerca di risolverci senza giri di parole
le domande dannate. Perché il giusto si trascina
sanguinante, misero, sotto il peso della croce,
mentre felice come un vincitore
il malvagio si aggira su un fiero cavallo?
Di chi è la colpa? Forse che il nostro Signore
non è del tutto onnipotente?
Oppure lui stesso causa l'iniquo stato?
Ma ciò sarebbe meschino.
E allora continuiamo a domandare,
finché non ci chiudono finalmente la bocca
con un pugno di terra
ma questa è una risposta?".


No, non chiudiamoci la bocca, né con un pugno, né con mano leggera. Apriamola per dire due cose:
1. Noi siamo limitati, siamo creature e perciò non siamo perfetti, quindi in noi vi è il limite della malattia che produce sofferenza e dolore, vi è il limite del dolore.
2. Altra parola da pronunciare forte: noi siamo liberi, e - in quanto tali - possiamo commettere azioni che portano a grandi sofferenze che producono anche molte morti. Dio ci indica la strada per non commetterle, ci mette anche i paletti per non oltrepassare i confini che ci portano al burrone, ma alla fine, rispetta fino in fondo la nostra libertà.
Io, un Dio poliziotto, che mi ammanetta perché non compio il male non lo voglio.

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