domenica, gennaio 23, 2011

 

Arte nella chiesa


Presepio Bellini
Presepio Bellini
Ho promesso nell'ultima etic(hett)a di parlarvi di un presepe donato alla Comunità del Sacro Cuore, opera dello scultore Paolo Bellini. Si tratta di una Sacra Famiglia in grandezza naturale, in ferro, attualmente esposta nel "Percorso presepi", che chiuderà domenica 30 gennaio con la premiazione del concorso organizzato dal Giornale del popolo (ore 15.30 e non alle ore 16.00 come pubblicato nell'ultima etic(hett)a). Non che voglia ritornare sul tema presepi, ma vorrei spendere due parole su un altro tema, quello dell'arte in chiesa. E quando parlo di arte, non intendo solo parlare di architettura, scultura e pittura, ma anche di altre arti delle quali accenno in conclusione. Quando ero giovane, nel campo dell'architettura sacra vigevano ancora canoni antiquati, le chiese costruite negli anni pre Concilio Vaticano II ricalcavano modelli piuttosto vecchi. Una delle poche eccezioni fu la chiesa del Sacro Cuore a Bellinzona nella quale, il giovane architetto Rino Tami, pur stando alle regole della francescana semplicità, volle dare un tocco di novità. Nel campo della pittura si ricopiavano immaginette raffiguranti romantiche devozioni. Chi tentava strade diverse veniva dileggiato, vedi Guido Gonzato. Anche la scultura sacra era negletta per paura dell'ostracismo chiesastico, come capitò a un crocefisso di Remo Rossi che, espulso da una chiesa fu messo su una tomba. Oggi, per non citare altri artisti, per l'architettura ricordo solo Mario Botta, per la pittura (soprattutto per le vetrate) Fra Roberto, per la scultura la citata opera di Paolo Bellini. Anche la musica ha fatto passi avanti, anche se una seria musica sacra moderna (vedi Stravinskij) da noi non ha ancora ampia cittadinanza. Ma quando entreranno nelle chiese la poesia, le arti visive, il teatro (ovvero sacre rappresentazioni) non dico in funzioni liturgiche, ma almeno in momenti comunitari di spiritualità? Qualche tentativo esiste, ma non ancora sufficientemente apprezzato e generalizzato. E poi ci si lamenta che le funzioni religiose sono ripetitive, noiose e poco frequentate.

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