domenica, settembre 05, 2010

 

La donna nella Chiesa

Continuando il discorso sulla donna nella Chiesa non si devono neppure ignorare i condizionamenti storici; per esempio il fatto che l’esistenza dell’ovulo femminile fu provata scientificamente soltanto nel 1827; vuol dire che fino a quel momento, durante tutta la storia umana, era possibile pensare che nella generazione della vita tutto dipendesse fondamentalmente dal seme maschile. La donna favoriva soltanto il ricettacolo imprescindibile perché la vita potesse riprodursi, senza portare nulla di proprio; la vita era posseduta come proprietà naturale ed esclusiva del maschio. Si rifletta sulle innumerevoli conseguenze culturali per l’inferiorità della donna che questo abbaglio biologico ha potuto causare anche in tutti gli altri aspetti della vita sociale e religiosa; non da ultimo l’esclusione dal sacerdozio; i sacramenti sono sette per gli uomini ma sei per le donne escluse da tanti incarichi che implicano una compartecipazione al potere ecclesiale.
Forse anche per questo si sta assistendo a una certa diserzione delle donne dalla Chiesa con il grande pericolo che venga rotta quella trasmissione potente di fede che nella famiglia le donne comunicavano ai figli. Ma se durante venti secoli le donne hanno sopportato la loro emarginazione ed esclusione con pazienza e rassegnazione, oggi la donna sta dicendo basta e, purtroppo, si allontana dalla Chiesa, soprattutto dalla Chiesa cattolica. Le Chiese protestanti hanno condiviso negli ultimi secoli le stesse pratiche misogine, però attualmente molte di esse, già da tempo, si stanno aprendo all’inclusione della donna in tutti i ministeri, alla sua partecipazione e alle ripartizioni del potere che deve essere un servizio in tutte le sue forme senza trovare frequenti e notevoli resistenze fra i suoi membri.Anche su questo punto la Chiesa cattolica dovrebbe imparare dalle Chiese sorelle perché se non rivaluta la donna, le sue assemblee, non solo diventeranno sparute, ma arrischiano di diventare deserte.

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