martedì, luglio 13, 2010

 

Fede di massa

Continuiamo a parlare della crisi nella Chiesa Cattolica. Non è un discorso che mi fa piacere, ma lo ritengo necessario, anche per rispondere a coloro che negano questa crisi e, quale argomento per sostenere la loro più che ottimistica visione, ti dicono: “Guardate le folle che accorrono quando ci sono degli avvenimenti religiosi importanti. Migliaia e migliaia di persone sono andate a San Giovanni Rotondo quando è stata esposta la salma di Padre Pio. A Padova quando è stato trasportato, nell’altare restaurato, il corpo di Sant’Antonio vi erano delle code lunghissime che dalla Basilica si snodavano fino al Prato della Valle. Quante persone vanno a Medjugorje, nonostante le apparizioni siano molto discusse e che l’episcopato locale abbia proibito i pellegrinaggi. Per l’esposizione della Sindone quanta gente si è mossa! E non fa forse parte del programma turistico la mattina della domenica una presenza in Piazza San Pietro, per vedere il Papa affacciato alla finestra?”.Evidentemente queste manifestazioni non si possono negare, ma una fede che si aggrappa ad avvenimenti simili è già bacata in partenza. Tutto ciò è un fenomeno sociologico che merita qualche considerazione; ad esempio quella che l’uomo ha bisogno di manifestazioni di massa per sentirsi sorretto nei suoi dubbi e protetto dalla sua solitudine. Ma da qui a ritenere che in simili manifestazioni vi sia un vero incontro con Dio e con Gesù Cristo suo figlio, ne corre. Non dico che tutte quelle persone che partecipano a simili avvenimenti non abbiano fede, dico che questa non è la strada maestra per giungere a Dio. Potrebbe diventare anche un sentiero sviante per chi arriva alla conclusione che la fede è ancora viva perché le masse sanno riunirsi in occasione di simili fenomeni religiosi. Dio lo si incontra nella sua Parola letta e meditata possibilmente con i fratelli. Lo si incontra nei sacramenti che ci donano la sua grazia. Dio lo si incontra nei poveri: “Qualsiasi cosa avete fatto al più povero dei miei fratelli l’avete fatto a me”.

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