giovedì, luglio 08, 2010

 

Crisi della Chiesa

Nell’ultima etic(hett)a ho iniziato a parlare della Chiesa cattolica e durante quest’estate ne vorrei sviluppare il tema.
Dicevo che questa Chiesa è in crisi e non solo per gli scandali di pedofilia riscontrati nel clero, ma anche per la troppo rigida precettistica della morale sessuale per la quale non è ascoltata e per la sua stessa struttura gerarchica antiquata.
Parecchie cose dovrebbero cambiare; per esempio una minor distanza fra clero e laici, una maggior partecipazione delle donne alla sua attività, una maggior capacità di parlare un linguaggio moderno e più comprensibile attraverso i riti.
Mi direte: ma cosa c’entra con tutte queste cose l’attuale crisi della Chiesa? Vi rispondo con le parole del cardinal Carlo Maria Martini che anni fa si augurava un Concilio Vaticano III. Non è curando il “bubbone” della pedofilia che si guarisce l’ammalata; la Chiesa cattolica avrebbe bisogno di un ripensamento più profondo di parecchie sue strutture che risentono troppo della cultura latina e della storia europea. Dovrebbe chinarsi su alcuni problemi, non tanto per aggiornarsi alla società d’oggi, quanto per essere più fedele al vangelo.
Eliminare molti orpelli ed andare all’essenziale, riflettendo sulla parola di Dio scritta nella Bibbia, ma anche sui segni dei tempi che l’attualità ci presenta come libro di lettura per scrutare la volontà del Signore. Bibbia e segni dei tempi; Parola di Dio e azione dell’uomo. La Bibbia studiata per cogliere i messaggi di fede, i segni analizzati per adeguare le sue proposte a questi messaggi e così verificare se siamo cristiani del ventunesimo secolo.
Non è un discorso facile, ma è un impegno necessario se la Chiesa vuol uscire dalla sua crisi e diventare, non un’istituzione che comanda, ma una Comunità che serve.

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