martedì, marzo 23, 2010

 

Un'altra Chiesa? Sì!


È di grande tristezza, per i membri di alcune chiese cristiane, leggere quasi quotidianamente sui giornali, in questi tempi, articoli in merito ai problemi di pedofilia che si riscontrano nelle gerarchie, commessi anche molto tempo fa. Fanno bene le chiese a denunciare fatti del genere alle autorità competenti, e a non riservarle ai propri tribunali; farebbero però ancora meglio ad aprire un dibattito sul problema della sessualità in generale. Parlo soprattutto della Chiesa Cattolica, restia ad un'analisi approfondita della situazione riguardo questo argomento; le cui massime autorità nell'atto di affermare la necessità di procedere contro chi abusa dei fanciulli, pronunciano un preventivo "no" a chi vorrebbe approfondire il problema. Mi sembra invece necessario discutere apertamente su situazioni che interagiscono con la sessualità: il celibato dei preti, la questione gay, l'ammissione dei divorziati ai sacramenti, ecc. Non pretendo di avere delle suggestioni su questi argomenti, ma ritengo che sarebbe ottima cosa approfittare di questa crisi per aprire un discorso, magari attorno a un tavolo cui trovano posto teologi di diverse confessioni religiose, psicologi, sociologi, cultori di etica laica, pedagoghi, padri e madri di famiglia, ecc.
Per noi cattolici questo impegno potrebbe essere suggerito anche dall'Anno sacerdotale voluto da Benedetto XVI, durante il quale non si può presentare come unico modello per il clero la figura del Santo Curato d'Ars. Personaggio certamente interessante, ma datato e poco conosciuto da chi non legge il breviario o non è esperto in agiografia.

Forse un modello moderno, diverso, ma sicuramente non meno valido, è mons. Oscar Romero, del quale in questi giorni si celebrano i trent'anni da una morte cruenta. Vittima dell'odio delle autorità civili del San Salvador perché si era schierato apertamente per la giustizia, in favore di poveri agricoltori privi di libertà e dei necessari mezzi di sussistenza.
Ho visto recentemente un film su Oscar Romero, pellicola forte, interessante, ben condotta e molto istruttiva. Ho deciso di proiettarla ai miei giovani cresimandi, offrendo così la visione di "un'altra chiesa".
"Altra" rispetto a quella che loro criticano, ma della quale - con il sacramento della confermazione - si apprestano a diventare parte attiva.
In questo filmato si mostra chiaramente come l'elezione di Romero ad arcivescovo di San Salvador non sia stato un atto di coraggio da parte delle autorità vaticane. Esse avevano visto in Romero un topo da biblioteca, un uomo calmo e tranquillo, che non avrebbe dato fastidio al potere costituito autoritario e liberticida, devoto alla diplomazia ed accomodante coi ricchi latifondisti del paese. Particolarmente interessante la scena in cui si mostra l'omaggio di un'autorità al nuovo arcivescovo il giorno della sua presa di possesso del servizio; questa gli presenta come dono una croce, probabilmente artistica, vistosamente acuminata.
Diversi confratelli dell'episcopato si rallegrarono di quella scelta, come del resto le autorità civili, anche se qualcuno, ritenendolo di salute cagionevole, già prospettava un servizio di breve durata.
All'inizio della sua missione vescovile Romero rispose al modello accomodante auspicato dalle autorità, ma quando tra i perseguitati dalla giustizia si iniziarono ad annoverare anche sacerdoti suoi collaboratori, più esposti e forse coraggiosi di lui, si ribellò. Così facendo l'arcivescovo si meritò però immediatamente l'accusa di essere al servizio dei comunisti, solo perché difendeva coloro che erano senza beni comuni. Il vescovo rifiutò questi epiteti politici e si appellò al vangelo.
Quando un giorno si trovò dinnanzi ad alcune vittime assolutamente innocenti - tra le quali un bambino, un sacerdote, un anziano - decise che i loro funerali sarebbero stati celebrati nella cattedrale, e per quel giorno sarebbero state sospese tutte le Messe in città, affinché il popolo accorresse a con-dolersi con i parenti, con lui, con l'intera Chiesa salvadoregna. La cosa suscitò critiche molto severe, perché le autorità capirono benissimo la valenza rivoluzionaria di quel gesto: non si trattava di sospendere le altre Messe per avere un maggior numero di fedeli e per una cerimonia più suntuosa, ma per un lutto familiare ed un grido di giustizia.
Alcuni tra i suoi stretti collaboratori non furono d'accordo sulle disposizioni dell'arcivescovo, ed appoggiarono l'autorità civile, che da quel momento si mostrò sempre più sospettosa nei riguardi di Romero, giudicato "rosso", non certo per il colore dei suoi abiti.
La tensione andava crescendo, anche perché Romero fece conoscere all'estero la situazione politica della sua patria: questa non era una bella propaganda per chi governava direttamente, o indirettamente, il paese. Le stesse autorità religiose centrali erano perplesse e non mancarono di manifestare la loro titubanza per il modo così sincero e forte proprio all'arcivescovo nell'esprimere la propria condanna contro i violenti e gli usurpatori dei diritti umani.
Intanto in patria si iniziava a tramare contro Romero, allo scopo di eliminarlo. Il momento dell'assassinio fu altamente simbolico: durante la celebrazione di una sua eucaristia nel momento della consacrazione del calice, il sangue del vescovo si mescolò al sangue di Cristo.
Alcuni spezzoni di questo filmato, che ho intitolato personalmente "Un'altra Chiesa", saranno proiettati al centro Spazio Aperto di Bellinzona, mercoledì 24 marzo, dopo una S. Messa celebrata nella vicina chiesa del Sacro Cuore alle ore 20.00 in ricordo di Romero. La proiezione sarà seguito da una conferenza del giornalista Mauro Castagnaro.
Come ho detto, farò vedere "Un'altra chiesa" ad alcuni giovani, perché sappiano sollevare i loro occhi dalle miserie detestabili di una chiesa peccatrice per vedere anche gli eroismi di una chiesa perseguitata e martire.

Etichette: ,


Comments: Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?