domenica, novembre 29, 2009

 

Natali moderni

Natività secondo L. Lepori al S.Cuore di Bellinzona
Avvicinandosi le feste natalizie sorge logico l’interrogativo: cosa rappresentano e ricordano queste feste? Le risposte possono essere varie. Una - per esempio - è quella ricevuta da un docente di religione in una prima elementare di Bellinzona: “A Natale è nato Babbo Natale”. Precisamente non è così, per questo è urgente - prima che sia troppo tardi - rimettere il campanile in mezzo al villaggio o, in questo caso, Gesù Bambino in mezzo al presepio.
Chi è nato per Natale ce lo dicono due evangelisti in modo un po’ diverso, ma non contradditorio: Matteo e Luca. Il loro racconto non è una cronaca, nemmeno una pagina biografica, ma - come dice il nome stesso dei due volumetti da loro composti - è un “Vangelo”, parola greca che, tradotta, significa “Buona Novella”.
Il fatto che le loro pagine non siano identiche dipende sia dalla lunga tradizione orale che esisteva prima dello scritto e alla quale gli evangelisti hanno attinto, sia dalle comunità per cui scrivono, sia dai generi letterari diversi che i due usano.
Di tutte queste cose parlerò domani sera al Centro Spazio Aperto di Bellinzona (ore 20.30), spiegando come questi messaggi possono essere esposti ai bambini per non ingannarli e defraudarli dalla vera storia del Natale. Si parlerà pure di altri segni natalizi; gli auguri, i doni, il presepio e l’albero. A questa serata sono invitati genitori, nonni, docenti che sentono l’obbligo di essere educatori sinceri.
E che dire del Babbo Natale? Prima di tutto che non è nato il 25 dicembre di 2009 anni fa, come d’altronde nemmeno Gesù; in secondo luogo che è un agente commerciale della Coca-Cola, inoltre che è una tradizione nordica, lontana dai nostri paesi. Vorrei sapere se coloro che sono contrari ai minareti, perché non fanno parte della nostra identità, sono contrari anche a questo Babbo, altrettanto estraneo dalla nostra storia; in questo caso sono con loro.

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Comments:
Ho appena scoperto il tuo blog che trovo molto interessante.
Leggendo il commento "natale moderni" nonché anche quanto apparso sul bollettino parrocchiale di Bellinzona,
noto che c'è una tendenza ad associare Babbo Natale alla Coca-Cola e ad una tradizione tipicamente nordica.
Da una ricerca che feci diversi anni in dietro risulta che Babbo Natale ha delle radici lontane in San Nicolas e che la sua
esportazione è avvenuta molto prima del 1931 quando la coca cola sfruttò la sua immagine.
In pratica si parla di una data del 1821 in cui un pastore Clément Clarke Moore scrisse un racconto sul tema che poi venne
"modellata" sino ad arrivare all'immagine del personaggio che conosciamo oggi.
Ma quello che mi turba è altro. Mi sono sempre chiesto perché dire ai nostri figli
(tradizione che ritrovo in Ticino - ad esempio in Francia si parla sempre di "le Pere Noel") che è Gesù Bambino a portare i doni.
A parte il fatto che si rischia di sminuire l'importanza della nascita di Cristo, concentrandola sui doni,
nel momento in cui i figli crescono e capiscono la verità, si sentono delusi ed ingannati.
Preferisco dunque, dividere i due concetti. Da una parte il natale in cui si festeggia la natività e
dall'altra parte Babbo Natale che porta i doni.
Tutto questo funziona molto bene anche con gli addobbi, facendo il presepio in famiglia si ha un occasione
fantastica per parlare e coinvolgere i bambini, preparandoli e spiegandogli quest'importantissima data, tradizione questa
che poi potranno mantenere anche dopo aver capito che sono in realtà i genitori a portare i doni.
 
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