domenica, ottobre 11, 2009

 

Molti pochi fanno assai

Quest’estate ho passato qualche settimana di vacanza sui monti di Daro, dove ci sono una sessantina di casette immerse nel verde, quasi tutte circondate da prati molto ben tenuti. Quella gente, dopo aver fatto il “miracolo” di costruire la strada carrozzabile al posto della vecchia tutta buchi e sassi, frequenta con regolarità quei monti. Per alcuni queste casette sono diventate una seconda dimora. Ma attorno a queste abitazioni ben curate, ai prati verdi che somigliano a giardini, ci sono dei boschi molto trasandati. Il terreno è tutto ricoperto di foglie che si ammassano da anni, di legname che nessuno raccoglie. In questa situazione prolificano gli animali selvatici: cinghiali, che poi vanno a rovinare i prati, cervi e caprioli che durante l’estate sono in alta montagna, ma in autunno ed in inverno scendono verso il piano, fino a lambire la città di Bellinzona. Peccato per i boschi mal curati, per la legna sprecata, per i sentieri che sono praticamente scomparsi. Il Cantone si è dato una legge per la salvaguardia dei boschi due o tre anni fa. In quell’ambiente non sembra che sia stata osservata. Calando la produzione del petrolio, con un prezzo che va alle stelle, bisognerebbe pensare all’uso del legname per i riscaldamenti. Ma questo comporta parecchio lavoro: raccolta nei boschi di alberi stroncati, tagli di legna da accatastare poi con cura per farla seccare così da non affumicare i camini e ingombrare le caldaie.
Mi direte: ma perché parla dei boschi? Prima di tutto per il contrasto osservato. In secondo luogo, come francescano, amo la natura e, anche se Francesco che abbiamo festeggiato domenica scorsa, non ha composto una strofa a “fratello bosco”, negli stessi della sua verde Umbria, saltellava cantando e proclamandosi araldo del gran re. Re della natura, del verde, oggi diremmo noi araldo dell’ecologia.
Giorni or sono, ho letto su un quotidiano una diatriba tra Pro-natura Ticino e Federlegno in merito ai boschi. Quell’articolo, ben scritto, terminava con il seguente augurio: “È meglio affrontare le sfide assieme invece di dare la colpa di tutti i mali sempre agli altri e quindi chiudersi al dialogo”. Mi auguro che le due benemerite Associazioni veramente dialoghino, non solo per la salvaguardia dei boschi, ma per un’opera di sensibilizzazione e prevenzione in favore di tutta la popolazione.

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