domenica, maggio 31, 2009

 

Pentecoste francescana.

Quando leggerete questa etic(hett)a io sarò ad Assisi con un gruppo di coppie alle quali, lo scorso anno, ho benedetto il matrimonio. Hanno fatto i corsi prematrimoniali nella Comunità del Sacro Cuore di Bellinzona, hanno vissuto il momento più forte nel week-end al convento di Bigorio trascorrendo, in quel bellissimo Convento, un sabato e una domenica di vita comunitaria con la possibilità di relazioni, discussioni e liturgie sul tema: “Chi è Gesù Cristo”. Tutto questo dà alle coppie una carica religiosa che loro stessi definiscono “eccezionale”. Ma perché organizzo per loro un viaggio ad Assisi per la festa di Pentecoste? Innanzitutto perché nella mia parrocchia questa grande festa, capitando in un fine settimana lungo, segna un esodo delle famiglie che vanno ad aprire la loro casa in montagna o che organizzano dei viaggi, quindi è una festa purtroppo poco sentita. In secondo luogo perché ad Assisi, San Francesco suggerisce una spiritualità molto adatta per le coppie. Francesco è il santo della gioia, della letizia, è il santo della povertà intesa come uso parsimonioso dei mezzi, della fraternità ma è soprattutto il santo che si è rivolto a Dio come “L’altissimo Onnipotente Buon Signore” e che leggeva la sua presenza in tutte le creature. Voi capite che questa visione umana e spirituale può essere un grande incentivo per ogni coppia per vivere il proprio cristianesimo con serenità e profondità. Il fatto poi di rinnovare il proprio matrimonio alla tomba di un santo che - con qualche pia esagerazione - è stato chiamato l’Alter Christus, è un alto momento di spiritualità che, coppie venute con me ad Assisi venti, trent’anni fa ricordano ancora e vi ritornano con i loro figli, creando una cinghia di trasmissione di valori cristiani e francescani.

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