domenica, novembre 23, 2008

 

Prevenire, meglio che guarire

Ho lavorato per parecchi anni nel campo della lotta contro la droga. Ho fatto parte, fin dal suo nascere, del Gruppo operativo droga insieme a persone che oggi ricoprono cariche nazionali come Dick Marty e Fulvio Pelli, psicologi e psicanalisti come Mauro Martignoni e Graziano Martignoni, ed altri ancora. Come segretario generale di Comunità Familiare ho sollecitato l’associazione a studiare il progetto di legge e a chiedere l’introduzione dell’impegno di associazioni private in questo campo. Il Gran consiglio a maggioranza, dopo una accesa discussione ha accettato, ed ancora oggi le strutture sono private anche se sussidiate dallo Stato. Dico questo per legittimare - se ce ne fosse bisogno - la mia posizione contraria all’iniziativa: “Per una politica ragionevole in materia di canapa che protegga efficacemente la gioventù”. Per me questa iniziativa non è “ragionevole” e non è “protettiva” per la gioventù. Dico questo rifacendomi ad una dettagliata posizione dei vescovi svizzeri già dal 1994 (stesa da esperti nel ramo), che si fonda sulla politica in materia di quattro pilastri: la prevenzione che deve essere condotta innanzitutto in famiglia, poi nelle scuole e nei gruppi giovanili; la terapia in istituzioni specializzate dove il clima deve rispettare la personalità di colui che deve ricorrere ma, nello stesso tempo, fermezza e decisone da parte dei terapeuti; la riduzione dei rischi che deve offrire ai “giovani in pericolo” dei validi mezzi onde evitare di cadere nelle maglie di questo terribile demone; dei sostegni mirati e la repressione per gli spacciatori che, per guadagno, mettono in pericolo la vita di giovani deboli ed inesperti.
Personalmente ritengo che queste prese di posizione sia ancora valida oggi, perciò respingo ed esorto a respingere questa iniziativa.

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