domenica, agosto 17, 2008

 

Sondaggi e statistiche

Leggendo delle statistiche recenti, risulta che in Italia si dichiara cattolica circa l’86% della popolazione, mentre la percentuale dei praticanti - anche lì in forte calo - oscilla attualmente tra il 32% e il 25% della popolazione.
In Ticino le percentuali sono inferiori. Coloro che si dichiarano cattolici sono il 76% e i praticanti non arrivano al 15%, forse vi è una percentuali più alta nei paesi, ma più bassa nelle città.
Perché faccio questi paragoni? Prima di tutto perché potrebbe risultare strano che un confine politico abbassi di dieci punti la media, ma non dimentichiamo che noi abbiamo una tradizione diversa, più secolarizzata, più laica e il Vaticano è più lontano. In secondo luogo perché mi sembra che malgrado queste percentuali non vi sia - né in Italia né da noi - un’azione decisa per rivedere quella che - con un brutto nome - si chiama “pastorazione”. Il tutto è ancora centrato sull’educazione religiosa dei bambini e fanciulli, dentro e fuori scuola, e non s’insiste sufficientemente sulla formazione religiosa degli adulti. Perciò vi sono corsi ed incontri per la preparazione alla Prima Comunione o alla Cresima, ma quasi nessuno sforzo ed organizzazione per far decidere gli adulti (dopo i 18 anni) a scegliere personalmente il cristianesimo come propria religione. Si dà per scontato che se uno è battezzato, sia cristiano convinto per tutta la vita.
A mio modesto avviso bisogna introdurre una specie di catecumenato per la preparazione alla riconferma del battesimo, permettendo all’adulto di rivedere tutto il messaggio cristiano e facendo capire che la nostra religione non è una religione per bambini. Inoltre ritengo indispensabile che ci sia una conferma del proprio battesimo, ma non all’età in cui normalmente si concede il sacramento della confermazione (Cresima), ma più tardi. Forse avremmo ancora meno “confermati”, ma più convinti.

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