domenica, aprile 13, 2008

 

Guardando l'Italia

Anche se le urne non saranno ancora chiuse, anzi si saranno appena aperte quando qualche lettore leggerà queste righe, il mio amore per la nazione italiana, della quale mi sento figlio culturale, mi spinge a farle gli auguri affinché da questa elezione possa ricevere un governo forte e duraturo.
Purtroppo gli italiani devono votare con una legge che anche coloro che l’hanno proposta giudicano pessima. Ma speriamo che nel nuovo governo, maggioranza e opposizione, saranno capaci di accordarsi per una urgente riforma di detta legge.
Perché in Italia è così difficile trovare accordi tra i vari partiti ed è così facile il proliferare degli stessi? Perché - come diceva un loro leader d’infausta memoria - gli italiani sono un “popolo di geni, d’eroi e di santi”. Ora la genialità, l’eroicità, la santità sono doni personali, quindi è facile che chi li possiede, se non li unisce ad un grande spirito di socialità, di tolleranza anzi di collaborazione, arrischi di diventare un individualista.
Evidentemente l’individualismo mina gli effetti della genialità, non combina con l’eroicità, è la negazione della santità. Chi si crede un genio e giudica tutti gli altri ignoranti, chi si atteggia ad eroe e ritiene tutti gli altri dei pavidi, chi si auto-aureola santo e taccia gli altri da peccatori è un individualista pericoloso.
Ma sto parlando dell’Italia o di un partito svizzero (esistente anche nel Ticino) che è arrivato a chiedere la testa di un suo membro eletto democraticamente nel governo svizzero? Anche questo partito che si atteggia a genio della democrazia, ad eroico difensore delle istituzioni, quando queste le fanno comodo, a santo puro e duro del nazionalismo elvetico, dà prova di un individualismo disprezzabile.

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