domenica, aprile 06, 2008

 

Dare a Cesare quel ch'è di Cesare

Mi ha letteralmente scioccato il risultato di un’inchiesta fatta da un nostro quotidiano (laRegione Ticino, 29.03.2008). Alla domanda: “L’iniziativa popolare della Lega chiede ulteriori sgravi fiscali. Sei d’accordo?”. Risposte: “sì” il 50% e “no” il 50%. Come giudicare questo risultato di parità? Pur dando a queste inchieste una considerazione relativa, il risultato preannuncerebbe una votazione tirata. Ma è l’aspetto sociale ed etico che mi preoccupa. Malgrado le difficoltà finanziarie nelle quali il Cantone versa, difficoltà che portano a tagli o perlomeno contenimenti, specie nel settore sociale ed educativo, ci sono cittadini che chiedono di pagare meno tasse. Saranno gli stessi che poi si lamenteranno se lo Stato non provvederà bene e subito ai loro bisogni personali. Inoltre, questi fedeli delle meno-tasse, non pensano che con gli sgravi verrebbero favoriti i ricchi che diventerebbero sempre più ricchi.
Perciò mi permetto di suggerire al Consiglio di Stato di pubblicare un bel manifesto sul quale mettere cosa dovrebbe tagliare e quali sussidi non verrebbero più erogati se passa questa iniziativa, in modo che tutta la popolazione si renda conto degli effetti devastanti della stessa. A nessuno piace pagare le tasse; a tutti piace essere prontamente serviti dallo Stato. Ma chi paga questi servizi? Il non pagarle è forse il primo indice di egoismo. Ma anche il richiedere diminuzioni è miopia sociale e politica. Il liberismo che propone queste diminuzioni sappiamo dove porta: officine di Bellinzona docent!
All’attuale Presidente del Governo On. Marco Borradori (innanzi tutto auguri per l’anno di maggiore impegno) l’invito a convincere i suoi capi-partito che non si può rappresentare nell’esecutivo un partito che toglie allo Stato i mezzi per agire.

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