domenica, febbraio 03, 2008

 

In pellegrinaggio

Caro lettore, mentre tu mi leggi io sono a parecchi chilometri di distanza, sul Monte Sinai. Sono partito venerdì con un gruppo che segue il corso dell’Esodo, libro biblico che da tempo stiamo studiando. Visitare i luoghi che si studiano durante il corso biblico, che la mia Comunità organizza, è diventata una necessità. Sono ormai più di vent’anni che annualmente organizziamo questi pellegrinaggi ai quali siamo stati introdotti da una grande guida: Carlo Franscini. Per la parte esegetica abbiamo sempre con noi un carissimo amico, Don Carlo Bazzi, professore di Sacra Scrittura all’Università Urbanione di Roma.
Ai nostri pellegrinaggi, ed ai corsi preparatori, vengono anche persone non praticanti, dubbiose e non credenti. La loro presenza è stimolante, non rinunciano a tutto quello che di spirituale comporta un pellegrinaggio (funzioni, letture, spiegazioni, ecc.) e la sera, quando è possibile riunirsi a discutere, anche queste persone sono molto attive.
Perché amo molto i pellegrinaggi e con la mia Comunità ne organizzo parecchi? Perché sono momenti di alimentazione spirituale, sociale e culturale. Per esempio, l’annuale pellegrinaggio che organizzo ad Assisi per i giovani sposi, che ho preparato al sacramento del matrimonio, è un momento tutto particolare, non solo perché è la continuazione del corso, ma anche perché offre momenti di silenzio (le Carceri, la Verna), di riflessione, e di una profonda conoscenza di quella personalità così affascinante che è San Francesco d’Assisi. Se poi si aggiunge qualche cenetta con cucina locale, ciò non guasta. Sono certo che ritorneremo dal Sinai più convinti che l’alleanza stabilita da Dio col suo popolo e rinnovata da Gesù su un altro monte che visiteremo, il Calvario, è un dono meraviglioso che va costantemente rinnovato.

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