martedì, ottobre 16, 2007

 

Anniversario

Il 14 ottobre ricorre quello di San Callisto papa. Dedico a lui questa Etic(hett)a non perchè mi facciate gli auguri, ma siccome è un personaggio interessante. Vissuto a Roma nel secolo III dopo Cristo, pare fosse un banchiere spericolato, pur essendo cristiano e amministrando soldi di fratelli nella fede.
Fece bancarotta e i danneggiati lo citarono in tribunale. Fu condannato ai lavori forzati, ma i suoi clienti ridotti sul lastrico pregarono i giudici di lasciarlo libero, affinchè lavorasse per restituire le somme perse. Callisto pensò di rivolgersi ai giudei della capitale per fare un prestito, ma questi lo perseguitarono più accanitamente dei cristiani. Allora si mise al lavoro come custode del cimitero catacombale sulla via Appia, che poi prese il suo nome. Persona intraprendente, fu assunto da papa Zeffirino come segretario, suscitando le ire di Ippolito, dotto prete.
Quando Zeffirino morì, la Chiesa di Roma elesse Callisto suo successore, quindi papa. Tuttavia Ippolito non accettò questa elezione e si fece designare lui papa da un gruppo di preti e fedeli, diventando il primo antipapa della storia. Ma poi si ravvide e rinunciò a quella presunta carica, ritornando fra il clero che, riconoscendo la sua dottrina e la sua grande umiltà, alla morte fece santo pure lui.
Callisto governò la Chiesa con saggezza e carità fino al suo martirio nel 222 d.C. avvenuto con una morte orrenda, gettato in un pozzo nero e soffocato.
La sua tomba fu scoperta solo nel 1960, mentre le sue reliquie sono venerate nella bella chiesa di Santa Maria in Trastevere.
Il suo nome a Roma è soprattutto ricordato per le catacombe di S. Callisto.
Quando vado con gruppi in quella città, le visitiamo perchè ivi si capisce la vita perseguitata della prima comunità cristiana di Roma.
In conclusione vorrei dedicare questa Etic(hett)a anche ai banchieri, persone rispettabilissime fra cui ho parenti ed amici. A loro consiglierei di recitare spesso quella invocazione del Padre Nostro in versione aggiornata: "E non lasciarci soccombere nella tentazione".

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