domenica, maggio 13, 2007

 

Festa della mamma

Dedico questa Etic(hett)a alle mamme, ma soprattutto a quelle anziane e sole, a quelle ammalate e tristi, a quelle abbandonate dal marito e, forse, anche dai figli, a quelle mamme che oltre ad essere tali sono anche delle martiri. Il fatto che racconto l’ho sentito in predica; io di prediche ne sento poche, le faccio, e qualche predica sentita, dopo un momento d’ascolto, parto con la mente comprendendo quello che dicono i fedeli: certe prediche hanno il potere di collocarti ad un bivio, o prendere la strada del sonno, o quella di altri pensieri. Questa predica l’ho ascoltata, il sacerdote parlava di quei cristiani che avevano vergogna di dimostrarsi devoti alla Madonna, anche lei una mamma martire, e raccontava il seguente episodio che, se è inventato, è inventato bene. C’era un ragazzino che non andava bene a scuola, la direzione gli diede diverse lettere per i genitori chiedendo un incontro, ma lui le nascondeva. Non tanto perché voleva nascondere le sue insufficienze scolastiche, o per paura di essere sgridato, ma perché non voleva che sua madre andasse in direzione, la giudicava molto brutta, per via di una cicatrice in faccia e si vergognava di lei. Un giorno il papà scoprì quelle lettere e rimproverò al figlio di averle nascoste. Questi disse la verità: “Mi vergogno della mamma, è brutta”. Il padre allora, abbracciando il figlio gli rivelò un segreto fino allora (purtroppo) tenuto nascosto: “Quando eri piccolo, scoppiò un incendio a casa nostra. Tua madre per salvarti la vita entrò tra le fiamme, si ustionò tutta, si sfigurò non solo il viso, ma tutto il corpo, ma tu sei vivo!”. Quel bimbo non si oppose più alle visite della mamma a scuola e le sue macchie in faccia, diventato grande, saranno piaghe venerabili.
A tutte le mamme che portano nel cuore e nel corpo le cicatrici di una maternità martirizzante, auguri!

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