domenica, febbraio 18, 2007

 

Licenze di carnevale

Etic(hett)a da "il c@ffè", 18 febbraio 2007

Nel nostro Cantone ci sono due carnevali: uno corto (che termina il martedì sera) e uno lungo (che termina il sabato dopo). Il lungo è chiamato “carnevale vecchio” e si tiene nelle terre ambrosiane, Tre Valli, Brissago, Capriasca.
Come mai? Tutto è dipeso da una riforma liturgica che non ha più considerato giorni di quaresima il giovedì-venerdì-sabato santo, perché facenti parte del Triduo Pasquale. Perciò, per far rimanere la Quaresima di 40 giorni (come dice il suo nome), l’ha anticipata al mercoledì di carnevale: la Chiesa Ambrosiana non ha accettato questa modifica ed è rimasta col “Carnevale vecchio”.
Intorno alla Libertà che si prendono alcuni nei primi giorni di quaresima alla romana d’andare a bella posta ne’ luoghi di rito ambrosiano al così detto carnevale vecchio ha scritto nel settecento un curato d’Arogno Giovanni Battista Rusca un libro sostanzioso (stampato dagli Agnelli di Lugano nel 1764) nel quale condanna di peccato mortale chi vuole prolungare il carnevale.
La pubblicazione suscitò un vero rovello; lo stesso anno comparse, anonima, una Risposta critica… intorno al così detto carnevale vecchio, sempre stampata dagl i Agnelli, con le false date di Lucca, nella quale l’autore dice che il peccato mortale stà, se mai, nel fare carnevale sempre. Il Rusca non disarmò e, a sostegno della sua tesi, l’anno dopo uscì con una Lettera apologetica… in cui si confuta la Risposta portando la voce di una trentina di teologi italiani. Questa Lettera ha avuto ben cinque recensioni diverse sul settimanale Nuove di diverse Corti e Paesi, dal gennaio-febbraio 1766. La polemica subito dilagò, ne fa fede un intervento anche nel foglio del fiorentino Lami, le Novelle Letterarie n. 6 dell’8 febbraio 1765 dove l’editore scrive: “Io sempre più aderisco al suo (del Rusca) saggio parere, e tanto più volentieri quanto io lo vedo approvato dai giudizi di vari Teologi”.
Oggi non si può condannare chi fa il carnevale romano e il carnevale ambrosiano, ma meritano compassione coloro che, in ogni stagione, inventano carnevali e coloro che li frequentano sempre e dovunque. Tolgono al carnevale il suo scopo, di essere tempo di allegria, per diventare modo di vita. Si può essere d’accordo con chi ha contestato il Rusca che il peccato (disordine) sta nel fare carnevale tutto l’anno.

Comments:
Il lunedì dopo la prima domenica di quaresima i negozi erano già pieni di conigli di pasqua. La quaresima è stata cancellata dal consumismo. Presto avremo addirittura i conigli di pasqua contemporaneamente al carnevale (quest'anno un grande magazzino vendeva le frittelle di carnevale già prima di Natale).
Tutto questo potrebbe lasciarci indifferenti, se solo ogni persona si rifiutasse di acquistare i prodotti al momento sbagliato. Sarebbe solo un flop commerciale per i grandi magazzini. Ma si vede che c'è chi è felice di mangiare conigli di cioccolato in febbraio, come sarebbe pure lecito acquistare un abete da addobbare in agosto.
 
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