domenica, dicembre 17, 2006

 

A Natale

Etic(hett)a da "il c@ffè", 17 dicembre 2006

L’avvicinarsi delle feste natalizie ripropone il discorso sui segni e le tradizioni. Questo settimanale quindici giorni fa ha già riportato la voce di alcuni commercianti nostrani che avvertivano come l’albero era più venduto delle statuine del presepio, mentre altri ritengono che anche il presepio stia suscitando nuovo interesse. Se le statuine si vendono di meno è perché sono più durature dell’albero che resiste una stagione, a meno che non sia quello orribile di plastica. Ci sono famiglie che per Natale tirano fuori da armadi e cassettoni antichi presepi, gelosa eredità degli avi e quando li compongono, ritornano con la mente e con l’affetto ai tempi della loro fanciullezza e alle prime persone conosciute ed amate nella loro infanzia.
Si dice che il presepio sia stato inventato da San Francesco d’Assisi. In merito dobbiamo distinguere; sembra che il presepio con le statuine sia opera di una monaca tedesca medievale, vissuta prima di San Francesco. Il santo di Assisi sarebbe l’inventore del presepio vivente, avendo fatto, in quel di Greccio, la prima sacra rappresentazione natalizia. La cosa mi sembra verosimile, perché non è da San Francesco delegare a statuine di rappresentare fatti evangelici. Lui, Gesù, voleva imitarlo in prima persona.
Ecco perché nelle chiese francescane il presepio è una bella tradizione ormai secolare.
Nella mia chiesa del Sacro Cuore a Bellinzona, ormai da tre anni ne allestiamo una ventina di carattere diverso, tradizionali e moderni, dipinti e plastici, grandi e piccini, con le tecniche più varie. C’è un gruppo di tre signori, che noi chiamiamo “i presepisti”, che da mesi lavora per allestire i presepi maggiori; mentre altri vengono portati da famiglie e allestiti da membri della Comunità. Dunque, anche quest’anno saranno esposti per tutto il mese di gennaio tanti presepi e costituiranno un percorso meditativo, perché ogni presepio avrà uno scritto che invita alla riflessione.

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