domenica, dicembre 10, 2006

 

Amare anche Caino

Etic(hett)a da "il c@ffè", 10 dicembre 2006


La condanna di Ajmal Aziz è già un ricordo. Quello che fu definito il mostro di Pratocarasso è stato condannato a 18 anni di reclusione. Che tristezza! Un giovane dovrà passare la propria giovinezza e i primi anni dell’età adulta in prigione. Mi sovviene il motto biblico: “Non infierite su Caino”, anche Dio lo ha preso sotto la sua protezione e per il caso specifico possiamo aggiungere: “E Maometto, il suo profeta, farà altrettanto?”. Non voglio sminuire il suo delitto, mi auguro soltanto che il carcere sia educativo e non vendicativo. Perché la nostra società che lo ha condannato è corresponsabile di questo delitto, per convincersi basta che risponda sinceramente a queste due domande: Che cosa facciamo per l’integrazione degli stranieri? Come mai è stato possibile quel matrimonio, senza che nessuno interrogasse separatamente i due sposi sulla loro volontà di contrarlo? Anche a me, come parroco e come conduttore di corsi per fidanzati, capita di incontrarmi con coppie che mi sembrano non sufficientemente motivate a quel passo. Ho sempre parlato con loro, insieme e separatamente. Se la mia impressione diventava certezza li ho sempre esortati a non celebrare le nozze, né civili né religiose. Qualche volta sono stato ascoltato. Se fossero stati cattolici Khudeja e Aziz sarebbero stati miei parrocchiani, e se fossero anche stati praticanti sarebbero venuti probabilmente da me, per il rito religioso delle nozze. Invece non li ho conosciuti, nemmeno lei che da anni abitava a poche decine di metri dalla mia chiesa. Quando capitò il delitto fui intervistato dalla Televisione della Svizzera Italiana, dissi tutto il mio dolore, raccomandai discrezione nel trattare il tema, confessai la mia impotenza. Oggi non ritengo che questa impotenza sia giustificata. Ecco perché la direzione di Spazio Aperto, il Centro di animazione sociale che si trova in quel Pratocarasso dove si sentì il grido biblico “il sangue di tua sorella grida a me dalla terra” (Genesi 4,10) ha deciso di agire. Martedi 12 dicembre ha invitato tutti i rappresentanti delle organizzazioni straniere esistenti nel Ticino (una sessantina fra gruppi, associazioni, comunità, e chiese ) a ritrovarsi nel nostro Centro (ore 18.30) per vedere insieme le difficoltà di integrazione. I ticinesi non sono esclusi, per integrarsi (non per integrare) bisogna incontrarsi.

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