domenica, settembre 03, 2006

 

Votare Sì, votare No

Etic(hett)a da "il c@ffè", 3 settembre 2006

Qualche mese fa i cittadini italiani hanno rifiutato una riforma costituzionale che, oltre ad alcune norme al limite della legalità, ne conteneva altre anche accettabili. Il ragionamento della maggioranza di governo (Ulivo e accoliti) è stato questo: diciamo no a tutto, poi sediamoci a un tavolo e discutiamo con l’attuale minoranza (Casa delle Libertà) per vedere insieme quali sono i singoli punti che dobbiamo riformare.
Il popolo svizzero il 24 settembre sarà chiamato a pronunciarsi su una nuova legge relativa agli stranieri e su alcune modifiche circa il trattamento dei richiedenti d’asilo. In queste norme c’è qualcosa di buono, ma v’è tanto nazionalismo e razzismo, c’è tanto "fuori lo straniero" perché "la barca è piena", e "a casa nostra stiamo noi e comandiamo noi". Fra le cose che mi sento di approvare vi sono delle norme restrittive, come i matrimoni tra svizzeri e stranieri(e) appena giunti(e). Parecchie volte mi sono ritrovato di fronte a simili "matrimoni di convenienza", senza amore e senza impegno, solo per fare in modo di ottenere più facilmente un passaporto elvetico. E non parliamo di matrimoni con "artiste" che si fanno sposare da maturi svizzerotti per poter continuare ad esercitare di nascosto il più antico mestiere del mondo tra le mura domestiche. Ma non è possibile accettare una legge che per qualche norma opportuna arriva a violare convenzioni internazionali e i diritti delle persone. Per tutti coloro che hanno un senso di umanità questa legge è da rifiutare, anche se approvata in parlamento dai rappresentanti dei partiti borghesi: Udc (evidentemente!), Plr (anche se qualche liberale di mia conoscenza la contrasterà) e Ppd (in barba all'ispirazione cristiana); per carità, non sono uno di quelli che sostiene la dipendenza ideologica del Ppd dalle gerarchie ecclesiastiche, ma quando tutte le Chiese cristiane svizzere, per seri motivi umanitari, si dichiarano contro questa legge, diventarne paladini, mi sembra rinunciare alle proprie radici! Almeno lasciare la libertà di voto. No, bisogna ufficialmente aprire una campagna per il Sì, dichiarando che è una legge in linea con le tradizioni umanitarie della Svizzera. Bravo Ppd coerente col Vangelo!
Su questa legge segnalo un ottimo servizio della rivista "Dialoghi" dello scorso giugno (Anno 38), e mi unisco a questo foglio nel sostenere che bisogna dire un "No" alla paura e al razzismo.

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